Alcuni paraplegici, paralizzati per anni, hanno riacquistato un controllo parziale delle proprie gambe e un’attività sessuale con risultati “senza precedenti”, grazie a un’innovativa terapia di riabilitazione fisica, durata circa un anno, che prevede, tra l’altro, l’uso di un’interfaccia “brain-machine” che collega il cervello del paziente a un computer, oltre che un esoscheletro e supporti motori attivati con il pensiero.
In particolare, l’attività di recupero prevede soprattutto una rieducazione cerebrale effettuata con una full immersion nella realtà virtuale con un avatar, rinforzata con esercizi sul tapis roulant e segnali visivi e addirittura tattili (che, ad esempio, danno la sensazione di toccare il suolo) attraverso stimoli con elettrodi a quei fasci di fibre nervose sopravvissuti al trauma cha ha causato la paraplegia, capaci ancora di far passare segnali dal cervello al midollo spinale. (immagini Afp)