Una vera e propria entrata a gamba tesa, quella che la Francia a guida Macron ha effettuato sul progetto di Fincantieri di rilevare il controllo del gruppo cantieristico transalpino Stx. Il ministro dell’Economia e delle Finanze d’oltralpe, Brune Le Maire, ha annunciato la drastica decisione di nazionalizzare la società (termine che ha accuratamente evitato di utilizzare) esercitando un diritto di prelazione con cui lo Stato rastrellerà il 100 per cento del capitale, a fronte dell’attuale quota del 33 per cento. Una manovra giustificata con la volontà di “difendere gli interessi strategici della Francia”. Anche se, forse consapevole della problematicità di sbarrare la strada in maniera così plateale ad una società di un Paese partner, l’Italia, che fa parte del mercato unico europeo, Parigi vorrebbe vendere questa mossa come solo a carattere temporaneo. Perché i Chantiers navals de Saint-Nazaire “non hanno la vocazione” a restare sotto il controllo pubblico. Nettamente negativa la reazione in Borsa per Fincantieri, che a Milano ha chiuso con un meno 2,61 per cento a 0,934 euro per azione. L’Italia ha protestato duramente. “Riteniamo grave e incomprensibile la decisione del Governo francese di non dare seguito ad accordi già conclusi”, hanno affermato con una nota congiunta il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.
“Accordi che garantivano la tutela dei livelli occupazionali in Francia e del know-how francese attraverso una governance equilibrata e in una prospettiva autenticamente europea”. Ma anche se pesantemente compromessa, la partita non appare definitivamente chiusa. Parigi dice di voler ancora trattare, non è chiaro a questo punto su quali basi. Roma comunque non chiude la porta. Ieri il governo francese aveva avanzato una sorta di ultimatum all’Italia e a Fincantieri su un nuovo assetto di controllo paritetico di Stx da parte del gruppo italiano e degli azionisti francesi. Padoan aveva replicato che non c’erano motivi per cui Fincantieri dovesse rinunciare alla maggioranza assoluta. “La proposta è stata rifiutata ma resta sul tavolo”, ha però precisato oggi Le Maire, annunciando che martedì sarà a Roma per “riprendere” i negoziati. E nella loro nota, Padoan e Calenda concludono confermando l’appuntamento di martedì: “Riceveremo il ministro Le Maire e ascolteremo la proposta del Governo francese”. Ma “partendo dal punto saldo” che non esiste nessun motivo per cui Fincantieri non dovrebbe assumere il controllo di Stx.Roma.
Secondo la Francia però “i cantieri di Saint-Nazaire sono uno strumento industriale unico. Volevamo garantire ai dipendenti, ma anche alla Regione, ai clienti e ai fornitori, a tutti i francesi, che le eccezionali competenze dei cantieri in termini di produzione restassero in Francia”. Secondo Le Maire la mossa decisa “ci darà il tempo di negoziare nelle migliori condizioni possibili” allo scopo di “costruire un progetto europeo solido e ambizioso”. Secondo il governo italiano invece “nazionalismo e protezionismo non sono basi accettabili su cui regolare i rapporti tra due grandi paesi europei, per realizzare progetti condivisi servono fiducia e rispetto reciproco”. Per parte sua Stx ha parlato di un “irritante ritardo” di cui “prende atto, perché prolunga il periodo di incertezza che nuoce alla nostra impresa, in particolare sullo sviluppo di nuove attività e sul finanziamento. In ogni caso – ha aggiunto la società con una nota – capiamo la decisione, in coerenza con i princìpi di tutela degli interessi nazionali espressi dal presidente della Repubblica nella sua visita”. Anche la società cerca comunque di tenere aperta la trattativa: “Sappiamo che lo Stato non intende restare azionista unico. Dovrebbe quindi aprire un tavolo per costruire un nuovo azionariato al quale Fincantieri potrebbe sempre partecipare”.