Parigi si aggiunge a Londra e Washington: autodifesa ucraina passa per i missili a lungo raggio
Più Paesi si schierano a favore dell’uso di queste armi da parte dell’Ucraina
Prima gli Usa e la Gran Bretagna, e ora anche la Francia segnala a Kiev il permesso di utilizzare armi a lungo raggio contro obiettivi in territorio russo “per autodifesa”. A rafforzare una posizione già nota ma sempre più rilevante nel contesto del conflitto è stato il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot in un’intervista concessa alla BBC, riaffermando il suo sostegno all’Ucraina nella sua lotta contro l’aggressione russa, ribadendo la possibilità di utilizzare armi a lungo raggio fornite da Parigi per colpire obiettivi russi, nel contesto della legittima autodifesa.
La dichiarazione di Barrot
Barrot ha sottolineato che l’Ucraina potrebbe ricorrere a missili forniti dalla Francia per neutralizzare obiettivi russi direttamente coinvolti nelle operazioni militari contro il suo territorio. Sebbene il ministro non abbia specificato se tali operazioni siano già avvenute, ha ribadito che la Francia considera il diritto all’autodifesa ucraino pienamente legittimo ai sensi del diritto internazionale.
Questa posizione si allinea con quella espressa dal presidente Emmanuel Macron durante una visita di stato in Germania a maggio, quando affermò che l’Ucraina deve essere in grado di difendersi efficacemente, anche colpendo infrastrutture e obiettivi strategici militari russi.
Gli ultimi sviluppi sul fronte
Nel frattempo, le tensioni continuano ad aumentare sul terreno. Venerdì sera, l’Ucraina ha lanciato un missile guidato contro il porto di Berdyansk, città sul Mar d’Azov occupata dai russi. Secondo Evgenij Balitskij, capo dell’amministrazione regionale installata dalla Russia, l’attacco non ha causato vittime, e i danni sono stati contenuti, con gli incendi rapidamente domati. Tuttavia, l’evento sottolinea la continua capacità ucraina di colpire in profondità le posizioni russe, rafforzata anche dal supporto militare occidentale.
Fonti ucraine hanno riportato una forte esplosione nella città portuale, che ha preceduto di poche ore l’attacco. Berdyansk, dopo Mariupol, rappresentava uno dei porti più importanti sul Mar d’Azov per l’economia ucraina prima dell’occupazione russa.
Una strategia occidentale coordinata
La dichiarazione di Barrot segue una linea già tracciata da Stati Uniti e Regno Unito, che hanno da tempo autorizzato l’uso delle armi fornite per operazioni contro obiettivi strategici russi, qualora questi siano direttamente legati alle operazioni militari in Ucraina. Questo coordinamento tra gli alleati occidentali riflette un approccio sempre più deciso nel fornire all’Ucraina i mezzi per resistere all’offensiva russa, bilanciando però con cautela il rischio di un’escalation diretta con Mosca.
Il diritto internazionale come fondamento
Alla base di questa posizione c’è il riconoscimento del diritto di autodifesa, sancito dal diritto internazionale. L’Ucraina, vittima di un’aggressione armata, ha il diritto di rispondere proporzionalmente, anche colpendo obiettivi situati oltre i suoi confini, se questi rappresentano una minaccia diretta alla sua sicurezza.
La dichiarazione di Barrot rappresenta dunque un tassello importante nel sostegno europeo all’Ucraina, evidenziando come la Francia, pur mantenendo un atteggiamento diplomatico prudente, si posizioni sempre più chiaramente a fianco di Kiev nella sua battaglia per la sovranità e l’integrità territoriale.