Parla Napolitano, fuori M5s e Fi
SENATO Voto in aula del ddl Boschi. La Lega Nord non partecipa, Scilipoti protesta coi foglietti “2011”
Riforme avanti ma sul voto finale al Senato è aperta battaglia, e ancora dalle opposizioni si sollevano vivaci proteste. In particolar modo, quando il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha preso la parola in aula del Senato per la dichiarazione di voto al ddl sulle riforme costituzionali, in terza lettura al Senato, è partito il brusio. Ad agitare l’emiciclo è stato, soprattutto, il senatore di Forza Italia Scilipoti che ha agitato dei foglietti con la scritta “2011”, riferendosi all’anno delle dimissioni dal governo di Silvio Berlusconi. E’ dovuto intervenire il presidente Grasso: “Se ha voglia di fare spettacolo – ha detto – esca dall’aula. La prossima volta ci sarà l’espulsione”. Ma non è stata l’unica protesta degli azzurri: molti senatori hanno deciso di lasciare l’aula in segno di protesta durante l’intervento dell’ex capo dello Stato. E anche i 5 Stelle hanno voluto protestare contro Giorgio Napolitano lasciando l’aula al momento del suo intervento in dichiarazione di voto finale sulle riforme. Conclusi i dieci minuti a disposizione dell’ex capo dello Stato, i senatori pentastellati sono poi rientrati in aula.
“E’ compito di tutti – aveva tra l’altro detto Napolitano nell’annunciare il suo voto favorevole – prepararci a mettere concretamente in piedi il nuovo Senato, non stiamo semplicemente chiudendo i conti con i tentativi frustrati, dobbiamo dare risposte a situazioni nuove e a esigenze stringenti, dobbiamo riformare arricchendola la nostra democrazia parlamentare e dare attenzione a tutte le preoccupazioni espresse in queste settimane sulla legge elettorale e gli equilibri istituzionali”. L’ex Capo dello Stato ha poi ammesso che “la riforma non è certamente perfetta” ma “l’alternativa era restare inchiodati a tutte le distorsioni e storture, se penso alle tante occasioni perdute ne colgo la causa in una defaticante ricerca del perfetto o meno imperfetto”. Intanto la Lega si è proprio chiamata fuori dalle votazioni: “La Lega Nord non parteciperà a questo voto, vi lascerà votare da soli questa riforma-patacca. Noi terremo ben stretta la nostra Costituzione: questo è il nostro passato, mentre temo che l’olio di ricino sarà il nostro futuro”, ha annunciato il senatore del Carroccio, Roberto Calderoli.
“Al popolo non interessa nulla di questa riforma, perchè ha ben altri problemi a cui pensare – ha proseguito Calderoli -. Le uniche notizie uscite dal Palazzo sulle riforme sono state le risse se oggi facessimo un sondaggio sono certo che il popolo non vorrebbe solo cancellare il Senato ma tutto il Parlamento e questa classe politica”. “Oggi muore nostra democrazia per aprire a una monarchia capitanata dal capitan di Firenze – ha aggiunto -. Sento la puzza e il sapore di olio di ricino. Oggi lo sappiamo tutti: approviamo una nuova costituzione firmata da Licio Gelli. Io ho fatto di tutto per fermarli, con un lavoro immane ma sempre nel rispetto della Costituzione. Voi invece avete giocato con un mazzo di carte truccate”. Calderoli si è quindi rivolto al presidente del Senato, Pietro Grasso, per tributargli un pubblico riconoscimento: “Non ce l’ho con lei presidente, lei fino a quando ha potuto ha resistito, poi l’hanno lasciato da solo. La responsabilità è dei Renzi e degli Aquilanti”. Alla fine, ha concluso Calderoli “sarà il referendum che abrogherà questa riforma. Per me la battaglia è appena cominciata: farò una montagna di comizi per convincere il popolo che questa riforma è stata una fregatura”.