Parlamentari, incarichi doppi e incompatibilità
Tutti i nomi degli eletti incompatibili con ruolo di deputato o senatore
A 36 giorni dall’avvio ufficiale della XVIII legislatura, sono ancora 9 i nuovi parlamentari con doppio incarico, incompatibile con il ruolo di deputato o senatore. Quattro nuovi parlamentari, che al momento dell’elezione risultavano avere un doppio incarico incompatibile per legge, hanno invece gia’ provveduto a regolarizzare la loro posizione. Si tratta di Galeazzo Bignami, eletto deputato con Forza Italia, che si e’ dimesso ieri da consigliere regionale dell’Emilia Romagna e resta deputato; Andrea Rossi, eletto con il Pd, che si e’ dimesso dalla carica di consigliere regionale dell’Emilia Romagna e restera’ a Montecitorio; Lara Magoni, senatrice di FdI, che ha scelto invece di proseguire il suo lavoro in regione Lombardia, dove svolge l’incarico di assessore al Turismo, comunicando a palazzo Madama la sua opzione; Raffaele Nevi, eletto alla Camera con Forza Italia e gia’ consigliere regionale dell’Umbria, che ha optato per il Parlamento lo scorso 24 aprile. Dei 9 parlamentari tutt’ora incompatibili, uno e’ stato eletto sotto il simbolo di Forza Italia, 2 sono del Partito democratico, 2 di FdI e 4 della Lega. E’ quanto emerge da un dossier realizzato da Agi/Openpolis, che ha analizzato i doppi incarichi di tutti i nuovi eletti: in totale sono 155 i parlamentari (108 deputati e 47 senatori) che al momento ricoprono anche altri incarichi politici, cioe’ il 16,42% del totale. Ma si tratta di incarichi compatibili con il ruolo di parlamentare. Solo in 13 casi (4 dei quali ad oggi gia’ risolti con l’opzione) l’incompatibilita’ e’ stabilita dalla legge. Nel nostro sistema, infatti, il mandato parlamentare e’ incompatibile con una serie di incarichi: oltre a non poter svolgere l’incarico di Presidente della Repubblica (art. 84 della Costituzione), deputati e senatori non possono essere ne’ membri del Consiglio superiore della magistratura (art. 104), ne’ della Corte costituzionale.[irp]
Inoltre, l’articolo 122 stabilisce l’impossibilita’ per i membri del Parlamento di essere allo stesso tempo deputati al Parlamento europeo e membri di giunte o consigli regionali. Recentemente la legge 56 del 2014 ha poi fatto chiarezza sul tema dei sindaci: come specificato dal manuale elettorale della Camera dei deputati pubblicato a gennaio del 2018, la soglia dei comuni interessati, originariamente fissata a 5.000 abitanti, e’ stata innalzata. Quindi le cariche di deputato e senatore sono incompatibili con qualsiasi altra carica pubblica elettiva di natura monocratica relativa ad organi di governo di enti pubblici territoriali aventi popolazione superiore a 15.000 abitanti. Sono invece ineleggibili i sindaci dei comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti. L’organo predisposto all’accertamento delle incompatibilita’ per i parlamentari e’ la Giunta per le elezioni. Se la Giunta certifica la presenza di cariche incompatibili, viene dato al parlamentare un termine entro il quale scegliere quale mandato portare avanti. Ma si tratta di un iter che a volte, soprattutto in un momento di stallo istituzionale come l’attuale, puo’ essere particolarmente lungo e complesso. Tanto piu’ adesso, con la Giunta che non si e’ ancora costituita a causa della mancanza di un esecutivo e, quindi, di una maggioranza certa. L’Agi ha intervistato i neo parlamentari con doppio incarico incompatibile per legge. Alcuni hanno gia’ effettuato l’opzione, altri attenderanno fino all’ultimo minuto possibile. Alcuni, come due esponenti della Lega, contestano la legittimita’ costituzionale dell’incompatibilita’.
PARTITO DEMOCRATICO: ANDREA ROSSI, eletto alla Camera, spiega: “L’unica incompatibilita’ che avevo l’ho risolta con le dimissioni da consigliere regionale dell’Emilia Romagna a fine marzo. Ora ho ancora in corso la carica di Sottosegretario in Regione Emilia Romagna, ma e’ una funzione non contemplata in tutte le regioni e che non rientra tra le incompatibilita’ previste”.
LUCIANO D’ALFONSO, eletto in Senato, e’ uno dei casi piu’ noti. E’ infatti presidente della regione Abruzzo, ma ancora per poco, almeno stando alle sue parole: “Esercitero’ l’opzione parlamentare. Sto raccogliendo elementi per determinare il momento della definizione di questa opzione”. Intanto, pero’, si e’ pronunciata la Giunta per le elezioni del Consiglio regionale, decidendo che non sussiste incompatibilita’.
RAFFAELE TOPO e’ stato eletto deputato ma era gia’ consigliere regionale della Campania. “Ho comunicato regolarmente l’incompatibilita’, non aspettero’ la giunta per esercitare l’opzione. Non l’ho ancora fatto solo perche’ devo espletare ancora alcune attivita’ rimaste in sospeso, alcuni dossier da chiudere”.
FRATELLI D’ITALIA: LARA MAGONI, ex atleta in passato eletta con la Lega poi passata a FdI, dallo scorso 4 marzo e’ senatrice della Repubblica. Magoni, tuttavia, e’ anche assessore regionale della Lombardia al turismo e preferisce restare a svolgere questo ruolo. “Ho gia’ deciso: resto a fare l’assessore. Ho gia’ comunicato al Senato le mie dimissioni, ma bisognera’ attendere la Giunta delle elezioni per l’ufficialita’”. Una scelta dettata anche dal suo passato di atleta: “Sono abituata al fare, ad essere operative e ritengo che fare l’assessore sia un ruolo piu’ operativo rispetto a quello di senatrice. Ma c’e’ anche una ragione legata all’incertezza politica di questo momento”.
FRANCESCO ACQUAROLI, sindaco del comune di Potenza Picena e ora anche deputato ha preferito far spiegare al suo staff le decisioni che prendera’: “Acquaroli optera’ nel rispetto dei tempi e termini previsti dalla legge. Al momento sta espletando delle questioni importanti rimaste in essere al Comune. In ogni caso, Potenza Picena andra’ al voto il prossimo anno”.
WANDA FERRO, consigliere regionale in Calabria e ora anche deputata di FdI. Anche lei ha preferito non rispondere in prima persona, ma lasciare al suo staff le spiegazioni del caso: “Nella consapevolezza della incompatibilita’ tra gli incarichi di parlamentare e consigliere regionale, Ferro ha chiesto immediatamente dopo l’elezione la sospensione della indennita’ di consigliere regionale, nelle more del perfezionamento delle procedure previste dalla legge per optare tra le due cariche. Ha inoltre subito attivato di sua iniziativa la procedura prevista dal regolamento della Giunta per le elezioni della Camera dei Deputati, dichiarando di trovarsi nella situazione di incompatibilita’ legata alla carica di consigliere regionale. E’ ora in attesa che si concludano gli iter paralleli presso le due Giunte per le elezioni, della Camera e del Consiglio regionale, che prevedono precisi termini di legge, per dichiarare la sua opzione. Considerato che non riceve una doppia indennita’, e quindi la sua presenza in Consiglio regionale rappresenta un risparmio per i cittadini, Ferro ha dichiarato fin dalla sua elezione alla Camera che sarebbe rimasta nell’assemblea calabrese fino all’ultimo giorno consentito dalla legge, non solo nella speranza di poter discutere le sue proposte di legge depositate e mai state esaminate, ma anche per chiedere al governatore Oliverio di onorare tutte le promesse fatte in campagna elettorale, a partire dal destino dei precari e dei mobilitati in deroga, e per chiedere chiarezza su tutte le nomine arrivate alla vigilia del voto, nella sanita’ e non solo. Dopo due anni e mezzo di ingiusta esclusione dal Consiglio regionale, a causa di una legge incostituzionale, e’ intenzione di Wanda Ferro e FdI di non fare neppure un giorno di sconto rispetto all’impegno di opposizione ad un governo di centrosinistra che si e’ rivelato disastroso in Calabria”.
FORZA ITALIA: GALEAZZO BIGNAMI, eletto alla Camera, e’ anche consigliere regionale dell’Emilia Romagna. Ha scelto di restare in Parlamento: “Mi sono dimesso proprio l’altro ieri dalla carica di consigliere, optando per quella di deputato”.
FRANCESCO CANNIZZARO e’ consigliere regionale in Calabria ed e’ stato eletto alla Camera. Dal suo staff si limitano a far sapere che “non ha ancora espresso l’opzione”.
RAFFAELE NEVI, eletto alla Camera e gia’ consigliere regionale dell’Umbria, ha gia’ optato per il Parlamento lo scorso 24 aprile, riferiscono gli assistenti.
LEGA: CLAUDIA TERZI, eletta alla Camera, e’ assessore regionale in Lombardia, e fa sapere che ha “intenzione di optare per la carica di assessore ai Trasporti nel momento in cui la Giunta per le elezioni della Camera dichiarera’ l’incompatibilita’ coi due ruoli”. Spiega inoltre di aver preferito questa strada anziche’ quella delle dimissioni perche’ a livello tecnico “risulta la piu’ veloce”.
DARIO GALLI E LEONARDO TARANTINO sono rispettivamente sindaci varesotti di Tradate e Samarate, circa 18mila e 16mila abitanti. Contattati al telefono, entrambi parlano di “dilemma normativo” e a proposito citano la sentenza della Corte costituzionale del 5 giugno 2013 che ha dichiarato l’illegittimita’ costituzionale dell’art. 63 del decreto legislativo 267 sugli enti locali nella parte in cui non prevede l’incompatibilita’ tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di un Comune con popolazione superiore ai 20 mila abitanti. A giudizio dei leghisti sarebbe in contraddizione con l’articolo 1 comma 139 della Legge Delrio del 2014 in cui si stabilisce il limite dei 15mila (e non 20mila). “Attenderemo che sia la giunta per le elezioni della Camera a pronunciarsi”, spiegano. Dopodiche’, se saranno dichiarati incompatibili, Tarantino, eletto nell’uninominale, avra’ piu’ problemi a dimettersi dal Parlamento perche’ nel caso occorrera’ ripetere l’elezione. Entrambi in ogni modo rispetteranno le decisioni che prendera’ il partito.
CHRISTIAN SOLINAS, segretario del Partito sardo d’Azione eletto senatore con la Lega, si dimettera’ oggi dalla carica di consigliere regionale in Sardegna. “Mi e’ sembrato che la coincidenza della celebrazione in Consiglio regionale de ‘Sa Die de sa Sardigna’, risultato di una battaglia storica dei sardisti cosi’ come l’adozione come inno della Sardegna de ‘Su patriottu sardu a sos feudatarios’ che e’ anche l’inno del Psd’Az, rappresenti un momento simbolico di grande rilevanza per la comunita’ sarda. Per questo ho ritenuto che l’ultimo intervento in Consiglio regionale del segretario nazionale dei sardisti fosse imprescindibile in questa data”, spiega. Solinas dopo essere stato proclamato senatore, lo scorso 23 marzo, ha rinunciato all’indennita’ di consigliere regionale. L’assessore regionale al turismo della Lombardia, Lara Magoni, eletta senatrice lo scorso 4 marzo, ha scelto di optare per la carica di assessore e rimanere quindi a svolgere il suo lavoro in Regione. Magoni tiene a ricordare di essere stata eletta nelle precedenti elezioni regionali con la lista Civica che sosteneva la prima candidatura di Roberto Maroni alla guida della Lombardia, e non con la Lega. Il suo precedente mandato, quindi, e’ terminato con la rinuncia di Maroni alla ricandidatura. “Non ho mai avuto un partito fino ad oggi, quando ho affiancato Fratelli d’Italia”, precisa ancora Magoni. AGI/Openpolis[irp]