l parlamento britannico inizia oggi il dibattito sul progetto di legge che contiene l’autorizzazione al governo per il lancio delle procedure formali per l’uscita di Londra dall’Unione europea, che nelle intenzioni dell’esecutivo potrebbero essere avviate nell’occasione del vertice Ue del 9-10 marzo. Intitolato “Disegno di legge dell’Unione europea (notifica di ritiro)”, il breve documento, pubblicato giovedì scorso, chiede ai parlamentari di “conferire alla prima ministra il potere di notificare, sulla base dell’articolo 50 del trattato dell’Unione europea, l’intenzione del Regno Unito di ritirarsi dalla Ue”. L’esame del testo è in calendario alla camera dei Comuni oggi e domani, con tre altre giornate in aula il 6, 7 e 8 febbraio, e un voto finale. Il testo è molto breve e teoricamente potrebbe essere approvato in tempi rapidi, come vorrebbe l’esecutivo, ma è già appesantito da cinque “emendamenti motivati” che mirano a ad affossare il mandato al governo per negoziare la Brexit.
LIBRO BIANCO Due degli emendamenti stipulano che il disegno di legge non deve essere esaminato perché “manca di garantire in particolare che il Regno unito in futuro possa appartenere al mercato unico” europeo. Un altro respinge l’esame del testo perché i parlamenti regionali non saranno consultati sull’attivazione dell’articolo 50. Un quarto dice no perché manca un “libro bianco” sulla strategia di Theresa May. Quest’ultima ha perciò accettato di pubblicare il documento, che si ispirerà al discorso del 17 gennaio nel quale ha difeso una rottura “chiara e netta” con Bruxelles, che comporti l’uscita dal mercato unico in modo da riprendere il controllo delle frontiere del Paese. Ma si è rifiutata di fornire una data per la pubblicazione del documento. Gli emendamenti non hanno chance di essere approvati: in parlamento il partito conservatore della May ha una piccola maggioranza e il principale partito di opposizione laburista ha promesso di non bloccare il testo.
FIRMA REGINA Ci sono però altri sessanta pagine di emendamenti depositati che mirano a diluire il testo e che andranno discussi la settimana prossima. In particolare la richiesta di molti deputati è che il governo renda conto periodicamente al parlamento. Il disegno di legge passerà poi alla Camera dei Lord, dove, secondo il Times, il governo avrebbe detto che intende arrivare a un voto entro il 7 marzo, in tempo per dare il via formale alla Brexit al vertice Ue del 9 e 10 marzo. Prima dell’entrata in vigore del testo serve la firma della Regina. “Non si tratta di un disegno di legge per sapere se il Regno unito deve o no lasciare la Ue o come debba farlo. Si tratta semplicemente di sancire una decisione già presa, il punto di non ritorno è già stata superato” dirà oggi in aula il ministro per la Brexit, David Davis, secondo il testo del suo intervento anticipato ai media. “Abbiamo chiesto ai britannici se volevano lasciare la Ue, hanno deciso che lo volevano”. Il disegno di legge fa seguito alla decisione della Corte suprema secondo cui il governo deve chiedere l’autorizzazione di Westminster per avviare le procedure per la Brexit.