Parlamento siciliano approva la nuova legge sugli appalti e la norma sui centri storici

Il parlamento siciliano ha approvato il disegno di legge di un solo articolo che modifica la normativa regionale per l’aggiudicazione degli appalti pubblici. Il ddl e’ diventato legge con 46 voti favorevoli e uno contrario, ma per molti sussiste il rischio concreto, che, entrando questa in contrasto con il codice nazionale degli appalti, e non avendo la Regione competenza esclusiva in materia, venga dichiarata incostituzionale. Posizioni contrastanti nel gruppo del Pd: il capogruppo del Baldo Gucciardi pochi minuti prima del voto aveva annunciato che avrebbe disertato il voto, ma diversi democratici hanno contribuito all’approvazione del ddl. La norma era stata bocciata dall’ufficio legislativo dell’Assemblea regionale siciliana, ma la presidenza dell’Ars aveva rinviato ogni decisione all’Aula che ha fatto scattare il disco verde. Nella nota gli uffici spiegano che “continuano a persistere i profili di criticita’ gia’ espressi, relativamente alla scelta della Regione di discostarsi dalla normativa statale in tema di qualificazione e selezione dei concorrenti, procedure di affidamento e criteri di aggiudicazione”.

Prima del voto della norma sostenuta dalle opposizioni e che ha spaccato la maggioranza, Sala d’Ercole aveva respinto con voto quasi unanime la pregiudiziale di costituzionalita’ presentata dal presidente della prima commissione Affari istituzionali Antonello Cracolici. Il deputato del Pd ha parlato di “procedura inusuale che delegittima la presidenza dell’Ars. In maniera pilatesca la presidenza ha deciso di rimettersi all’Aula, mentra avrebbe dovuto dichiarare la norma inammissibile”. Secondo Cracolici “si sta introducendo un precedente grave, la presidenza non potra’ piu’ richiamarsi a profili di incostituzionalita’. Mi chiedo quali pressioni ci sono. La Regione ha competenza limitata sulla modifica degli appalti pubblici e ora si determinera’ una situazione di paralisi del settore”.

CENTRI STORICI L’Aula ha anche approvato con 51 voti a favore e nessun voto contrario, il disegno di legge sui centri storici, il cui articolato era già stato approvato la scorsa settimana. Entro otto mesi dalla pubblicazione della legge i Comuni avranno l’obbligo di dotarsi dello studio di dettaglio. L’articolo 3, prevede, tra l’altro, due strumenti innovativi nella legislazione siciliana: la ristrutturazione edilizia con modifica di sagoma e la ristrutturazione urbanistica.

MUSUMECI “Con questa legge abbiamo tentato di sottrarre le imprese siciliane dalla tagliola degli eccessivi ribassi d’asta. Una pratica che spesso impedisce di completare i lavori appaltati nel rispetto delle norme a tutela dei lavoratori dipendenti. Sul piano politico, va sottolineata sul tema la divergente interpretazione del governo rispetto a quella del Partito democratico, segno evidente del clima di incertezza che si vive all’interno della sfilacciata maggioranza di centrosinistra.” Lo dichiarano i deputati del gruppo Lista Musumeci in merito al varo della legge sugli appalti.

M5S “E’ enorme la soddisfazione del Movimento 5 Stelle che ha appena avuto l’ok da Sala d’Ercole al ddl, da oggi legge regionale, sugli appalti pubblici”. Lo dice proprio il deputato Cinquestelle Sergio Tancredi, primo firmatario del testo che, tra l’altro, dice no alle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle gare pubbliche. “Il testo – aggiunge il deputato grillino – offrirà finalmente una boccata d’ossigeno alle aziende siciliane. La soglia di anomalia di questa norma, infatti, introduce una variabile che rende impossibile la creazione di offerte anomale e, quindi, mai più ribassi così elevati; il tutto ovviamente, senza ledere la concorrenza”.

ANCE Sull’approvazione da parte dell’Ars della riforma della legge sugli appalti in Sicilia è intervenuto il vicepresidente vicario dell’Ance Sicilia, Salvatore Arcovito: “Su un provvedimento fondamentale per la nostra economia e che dice no a mafia, corruzione e truffe, tutte le forze presenti in Aula, di maggioranza e di opposizione, hanno espresso un voto quasi unanime, segno che sui provvedimenti fondamentali per la nostra economia e per l’affermazione della legalità la politica sa ritrovare unità e senso di responsabilità. Viene consegnata alla Sicilia una norma che imprimerà una svolta importante nel settore delle opere pubbliche da troppo tempo attanagliato da crisi e malaffare”.

 

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