Il parlamento siciliano vara Codice etico, trasparenza e sanzioni
Cinque titoli e 23 articoli: consulenze, regali e “relazioni pericolose”
Presentato all’Assemblea regionale siciliana il Codice etico approvato all’unanimita’ dalla Commissione regionale antimafia guidata da Claudio Fava. Cinque titoli e 23 articoli stabiliscono principi di lealta’, legalita’, imparzialita’ e trasparenza. Il codice segna un limite alla nomina dei consulenti esterni, che deve essere “adeguatamente motivata” e corredata da una relazione a fine incarico. Stretta anche sulla trasparenza: va dichiarata la condizione reddituale del deputato, anche nell’attivita’ di raccolta dei fondi per il finanziamento di partiti. L’articolo 20 esplicita il ‘divieto di clientelismo’, secondo il quale il deputato non puo’ in alcun modo condizionare l’approvazione di atti o influenzare le scelte dei soggetti privati ai fini clientelari o esercitare le sue funzioni per promuovere l’interesse particolare di alcuni individui. Il codice segna anche principi di contrasto alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose stabilendo che il deputato non puo’ esercitare la sua funzione per ottenere profitti personali e vantaggi particolari da terzi; segna l’obbligo di non ricevere regali e quello di segnalare qualsiasi interferenza o pressione indebita.
Un comitato etico applichera’ le sanzioni dirette ai parlamentari che non lo osserveranno, sanzioni che possono consistere nel richiamo o ammonimento orale, nella censura, gia’ prevista dal regolamento interno dell’Ars e all’invito a dimettersi da eventuali cariche assunte. “Se ci fosse stato un comitato etico e avesse letto in controluce alcuni emendamenti alla finanziaria regionale – ha detto il presidente dell’Antimafia Claudio Fava, presentando il codice ai giornalisti – si sarebbe chiesto se quegli emendamenti servissero alla comunita’ o a qualche base elettorale”. Il codice “cerchera’ di garantire l’autonomia e l’indipendenza dei deputati regionali e la loro dedizione all’interesse della collettivita’ – ha osservato Fava – e il divieto di proteggere interessi privati, tutto questo attraverso norme cogenti, obblighi la cui violazione comporta un sistema di sanzioni. Non esiste un codice etico che abbia questa incidenza ed efficacia in nessun altro consiglio regionale. Non a caso lo abbiamo approvato il giorno prima delle commemorazioni della strage di Capaci: e’ un contributo efficace e puntuale della lotta alla mafia, che deve essere basata sulla costruzione di fatti piuttosto che sulla declamazione di idee”.
Come ha spiegato Fava, presentando il documento alla stampa con le vicepresidenti Rossana Cannata e Luisa Lantieri, “non si tratta di un gentleman agreement ne’ una mera ed astratta elencazione ma di un insieme di principi e di divieti immediatamente vincolanti”, visto che il Codice e’ destinato a far parte integrante del Regolamento dell’Assemblea regionale. Il testo finale mira, dunque, a stigmatizzare qualsiasi atteggiamento “rivolto a svilire le finalita’ del mandato parlamentare”: dalle ipotesi di conflitto di interesse al clientelismo, dalla pratica di influenze indebite al divieto di accettare regali. Particolarmente interessante, anche sotto il profilo giuridico, e’ l’inserimento di una “codifica” del conflitto di interesse e del clientelismo, che vengono identificati in comportamenti che, come ha detto Fava, vanno a vantaggio di singoli o dei propri amici a danno dell’interesse pubblico”.
Il Codice prevede anche, attualmente caso unico nel panorama degli organi legislativi regionali, un sistema di sanzioni, che vanno dal richiamo orale fino all’invito rivolto all’interessato a dimettersi da cariche istituzionali interne all’Assemblea. Le sanzioni saranno comminate da un Comitato etico nominato dal presidente dell’Ars, garantendo la presenza dei gruppi di minoranza. “Ovviamente – ha spiegato Fava – non e’ possibile imporre dimissioni da cariche interne, ne’ tantomeno dalla carica di deputato, poiche’ questi sono atti rimessi alle sensibilita’ dei singoli”. “Doveri, divieti e sanzioni immediatamente applicabili fanno di questo codice uno strumento di concreto decoro parlamentare e un presidio di legalita’ – dice il presidente dell’Antimafia. Pensiamo che il lavoro prodotto – continua Fava – sia il contributo piu’ utile per ricordare domani il sacrificio del giudice Giovanni Falcone: non fiori ma opere di bene. E questo codice, per la politica siciliana, e’ un’opera di bene”. Per entrare in vigore, il Codice dovra’ divenire parte del Regolamento interno dell’Assemblea, previa approvazione a maggioranza degli aventi diritto, quindi di almeno 36 deputati.
Cinque titoli e 23 articoli. Eccolo il Codice etico
Cinque titoli e 23 articoli. Eccolo il Codice etico per i deputati dell’Assemblea regionale siciliana approvato dalla Commissione regionale antimafia. Dallo stretta sugli sprechi di fondi pubblici e sulle consulenze, al divieto di accettare favori, regali, impegnandosi a denunciare tentativi di corruzione, pressioni o minacce, a evitare ‘frequentazioni pericolose’, fino al “Divieto di clientelismo”. Per entrare in vigore, dovra’ divenire parte del Regolamento interno dell’Assemblea, previa approvazione a maggioranza degli aventi diritto, quindi di almeno 36 deputati.
LEALTA’ E TRASPARENZA Nell’esercizio delle proprie funzioni il deputato “persegue l’interesse generale della Comunita’ regionale ed e’ tenuto ad osservare i princi’pi di legalita’, lealta’, integrita’ e indipendenza, imparzialita’, trasparenza e responsabilita’”. Esercita le sue funzioni “con disciplina ed onore”, perseguendo “solo ed esclusivamente l’interesse generale”, con indipendenza e senza condizionamenti, diretti o indiretti, il suo mandato, “nel rispetto incondizionato della dignita’ della persona ed agisce secondo criteri oggettivi e meritocratici evitando qualsiasi forma di discriminazione fondata sull’eta’, opinioni politiche, sull’orientamento sessuale, sulla salute, sulla razza, sulla nazionalita’ e sulla religione”.
DOVERI. STRETTA SU FONDI PUBBLICI E CONSULENZE Il deputato si impegna ad utilizzare con correttezza e trasparenza le risorse pubbliche di cui dispone in ragione del proprio ufficio. Contrasta ogni forma di spreco nella gestione delle risorse pubbliche e favorisce l’adozione delle buone pratiche per il buon andamento dell’azione amministrativa. Si astiene dal compiere “qualsiasi atto volto a deviare dal loro scopo i fondi o le sovvenzioni pubbliche ovvero ad impiegarli per finalita’ personali dirette o indirette”. Il ricorso a consulenti esterni “deve essere adeguatamente motivato”. Il deputato si astiene dal ricevere contributi da parte di soggetti, compresi enti, aziende, agenzie e societa’, anche partecipate o controllate dalla Regione, che nei tre anni precedenti siano stati destinatari da parte dell’amministrazione regionale di atti di natura autorizzativa, concessoria o abilitativa comunque denominati, ovvero di concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari e qualsivoglia altra attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere ed alla cui definizione abbia concorso.
NO A ‘RELAZIONI PERICOLOSE’ Nell’esercizio delle funzioni il deputato si astiene dal compimento di condotte, “anche se penalmente non rilevanti, che si concretizzino in rapporti di familiarita’ o di frequentazione non occasionale con esponenti, diretti o indiretti, delle organizzazioni mafiose o comunque criminali”. In ogni caso il deputato non puo’ esercitare la sua funzione al fine di ottenere profitti personali e vantaggi particolari di terzi, ovvero a servizio di soggetti riconducibili ad organizzazioni mafiose o altrimenti criminali. Il deputato e’ tenuto a segnalare qualsiasi interferenza o pressione e a comunicare tempestivamente all’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea, di essere stato sottoposto a procedimento di prevenzione ovvero a procedimento penale per i reati di criminalita’ organizzata, nonche’ per i reati contro la pubblica amministrazione e procedimenti di responsabilita’ per danno erariale da parte della Corte dei Conti. Assicura la piena collaborazione all’autorita’ giudiziaria e denuncia immediatamente alla procura della Repubblica qualsiasi atto di intimidazione, minaccia o tentativo di corruzione.
NIENTE FAVORI NE’ REGALI Il deputato non puo’ accettare, ne’ sollecitare alcun tipo di compenso, monetario o di altra natura, riconducibile anche indirettamente all’esercizio di forme di influenza sui voti da lui espressi o sullo svolgimento delle proprie funzioni. Non deve chiedere, ne’ esigere da soggetti con cui ha intrattenuto rapporti di natura contrattuale o professionale, prestazioni, conferimenti di beni e servizi, assunzioni di personale da cui possa ricavare un vantaggio personale diretto o indiretto, o che assicuri indebitamente ad altri un analogo beneficio. Il deputato non puo’ chiedere ne’ per se’, ne’ per altri alcun tipo di regalia o beneficio avente valore economico, non deve accettare regali con un valore superiore a quello conforme alle consuetudini di cortesia, quantificato nella cifra massima di 150 euro annui, da soggetti, compresi enti, aziende, agenzie e societa’, anche partecipate o controllate dalla Regione, che nei tre anni precedenti sono stati destinatari da parte dell’amministrazione regionale di atti di natura autorizzativa, concessoria o abilitativa comunque denominati, ovvero di concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari e attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere. Divieto di conflitto di interessi: Il conflitto di interessi si realizza quando il deputato e’ portatore di un interesse personale o indiretto, ossia relativo a parenti e affini entro il quarto grado o conviventi, che possa interferire con l’oggetto delle decisioni cui egli partecipa e su cui puo’ esercitare influenza indebita. Il deputato e’ tenuto a segnalare tale condizione all’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea regionale.
DIVIETO DI CLIENTELISMO. Il deputato “non puo’ in alcun modo condizionare l’approvazione di atti, ne’ influenzare le scelte di soggetti privati a fini clientelari, ovvero esercitare le proprie funzioni per promuovere esclusivamente l’interesse particolare di individui e gruppi a detrimento dell’ interesse pubblico”.
CONTROLLI E SANZIONI E’ istituito il Comitato Etico composto da cinque deputati nominati dal presidente dell’Assemblea. Qualora ravvisi o venga a conoscenza di comportamenti non conformi al Codice etico, li contesta al deputato interessato indipendentemente dalla loro rilevanza penale e dall’esito dell’eventuale procedimento penale conseguente. Le sanzioni sono il richiamo orale o ammonimento; la censura; l’invito a dimettersi da componente del Consiglio di Presidenza, da presidente o componente dell’Ufficio di Presidenza di una commissione parlamentare o del Comitato Etico o da altre cariche istituzionali dell’Assemblea.