Come in un reality-show, la saga sudcoreana e’ arrivata a un punto fermo: il Parlamento della Corea del Sud ha votato a favore della mozione per l’impeachment della presidente Park Geun-Hye, accusata di corruzione. La palla ora passa alla Corte Costituzionale. L’adozione dell’impeachment significa che i poteri esecutivi sono sospesi e trasferiti al premier Hwang Kyo-ahn, ma Park resta presidente e continua a vivere nella residenza presidenziale fino a quando la Corte costituzionale non avrà concluso l’esame dell’impeachment, un processo che potrebbe durare anche sei mesi. Se l’Alta Corte confermerà la decisione del Parlamento sulla mozione, Park sarà immediatamente rimossa dall’incarico. Se invece la mozione sarà bocciata, verrà interrotta la sospensione dei poteri e potrà continuare il suo mandato fino alla fine del quinquennio, che scade all’inizio del 2018. La presidente Park ha già detto che accetterà la destituzione, ma che rimarrà in carica durante l’esame della mozione da parte dalla Corte Costituzionale.
Lo scandalo e’ scoppiato ad inizio estate ed e’ andato via via montando fino al voto di oggi. Il 26 giugno un’emittente locale, la Chosun, rivelo’ che l’ufficio della presidenza aveva spinto alcune grandi aziende a donare quasi 80 milioni di dollari alla Mir Foundation, un ong nata da poco per promuovere la cultura coreana nel mondo. Due mesi piu’ tardi il quotidiano Hankyoreh rivelo’ che la fondazione era stata creata dall’amica di sempre della presidente, Choi Soon-sil. Da quel momento comincia ad emergere la stretta, a tratti inspiegabile relazione tra la Park e la sua confidente, Choi Soon-sil, figlia di quello che era stato un tempo il suo mentore, Choi Tae-min, tanto nella vita pubblica che privata. Nelle sue prime scuse, la presidente ha ammesso di aver cercato i consigli della Choi, che non ha alcun incarico pubblico ne’ esperienza politica. Via via che passavano le settimane e’ emerso che l’influenza della Choi era straripante: dal guardaroba della Park, ai suoi discorsi (le bozze sono state trovate nel portatile della Choi) fino ad arrivare alle scelte nelle politiche di governo e le nomine. Al centro delle scandalo ci sono due fondazioni, Mir Foundation e K-Sports, create e controllate dalla Choi. Park e’ sospettata di collusione con la Choi nell’estorcere donazioni alle grandi aziende sudcoreane, tra cui Samsung ed LG.
CHI E’ LA PARK Primo presidente donna della Corea del Sud, Park e’ la figlia primogenita dell’ex dittatore, Park Chung-Hee, che governo’ con il pugno di ferro il Paese per 18 anni fino al suo assassinio nel 1979: ha trascorso un’infanzia dorata nella Casa Blu, la presidenza sud-coreana, mentre il padre guidava la metamorfosi economica della Corea del Sud e l’intera famiglia Park veniva considerata alla stregua di una stirpe reale. La morte di entrambi i genitori, negli anni ’70, le avvicino’ ancora di piu’ le simpatie del connazionali. La madre fu uccisa cinque ani prima del padre, assassinato nel 1979 dal responsabile dei suoi servizi segreti; e fu negli anni successivi alla morte della madre, che la Park si lascio’ avvicinare da quello che fu per anni il suo mentore, Choi Tae-Min, un ambiguo personaggio fondatore di una setta religiosa, la ‘Chiesa della vita eterna’ (il cui ruolo nella vita di Park e’ passato, alla sua morte, alla figlia, Choi Soon-sil). Park mantenne un basso profilo per un ventennio fino quando nel 1998 decise di presentarsi come deputata e fu eletta; divenne immediatamente la star dei coreani conservatori piu’ anziani, che vedevano in lei le qualita’ di leadership del padre. E la Park, mai sposata e senza figlia, che ha sempre detto di voler dedicare tutta se stessa al bene del Paese, ha goduto di una popolarita’ stellare fino a quando non e’ stata travolta dallo scandalo attuale.