L’elisir di lunga vita potrebbe celarsi nella morte di cellule “zombie”, ovvero cellule che si rifiutano di morire come invece dovrebbero, lasciando cosi’ “invecchiare” tessuti e organi. Questa strategia, a cui Nature ha dedicato un articolo, e’ stata testata con successo nei topi nel 2011 dalla Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota. La scoperta ha portato a decine di altri esperimenti su queste cellule zombie che si accumulano negli organi. Fino ad arrivare a una clamorosa scoperta: eliminare le cellule “senescenti” puo’ davvero allungare la vita dei topi. E ora in molti si stanno preparando per iniziare a sperimentare questa strategia anche negli esseri umani. Sono tante le aziende biotecnologihe e biotecnologiche che desiderano testare i loro farmaci, noti come senolitici, con la speranza di riportare indietro le lancette dell’orologio. L’azienda californiana Unity Biotechnology, ad esempio, prevede di condurre piu’ sperimentazioni cliniche nei prossimi due anni e mezzo, coinvolgendo persone affette da osteoartrite, malattie polmonari e oculari. Tuttavia, fino ad oggi i primi tentativi di portare questa strategia negli esseri umani non hanno dato i risultati sperati. James Kirkland della Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota ha iniziato a fare piccoli trial per testare il farmaco senolitico contro malattie legate alla vecchiaia. “Non dormo la notte perche’ questi farmaci sembrano sempre buoni nei topi e nei ratti, ma quando arrivi alle persone ci si scontra contro un muro di mattoni”, ha detto. Nessun altro elisir e’ riuscito a sfondare questo muro. Ma molte le aziende nate con questo scopo e molti ancora i gruppi di ricerca che continuano a lavorare a questo sogno. Nei prossimi due anni potrebbero arrivare i primi segnali positivi.