Parte il governo Draghi, premier chiede coesione per “mettere in sicurezza” il Paese

Parte il governo Draghi, premier chiede coesione per “mettere in sicurezza” il Paese
Mario Draghi
14 febbraio 2021

Lavorare coesi, superando le divisioni politiche, per “mettere in sicurezza” il Paese. E’ questo l’appello che il presidente del Consiglio Mario Draghi ha rivolto alla sua squadra nel primo Consiglio dei ministri. Del resto quanto sia necessario trovare un non semplice amalgama appare evidente anche solo guardando il giro di tavolo del nuovo governo, in cui siedono vicini Andrea Orlando e Giancarlo Giorgetti, Luigi Di Maio e Renato Brunetta, Maria Stella Gelmini e Roberto Speranza, per citare alcuni nomi.

Dunque, “consapevoli” di operare in un periodo “di grande difficoltà”, ha detto Draghi, occorre “lavorare insieme” al di là “delle divisioni tra le forze politiche” mettendo davanti a tutto “l’interesse del Paese”. Draghi ha anche indicato le priorità, che sono la lotta alla pandemia, i vaccini e la difesa del lavoro, assicurando che l’azione del governo sarà “fortemente ambientalista”. La seduta, riferisce un ministro, si è svolta in un “clima abbastanza disteso”, pur “consapevoli della difficoltà” e del fatto che “proveniamo da esperienze e convinzioni anche molto diverse”.

Subito dopo Draghi si è insediato nel suo studio a palazzo Chigi, lo stesso occupato fino da Giuseppe Conte, mettendosi al lavoro insieme al sottosegretario Roberto Garofoli, appena nominato, per esaminare i principali dossier, che sono molti e complessi. In primo luogo c’è da far decollare pienamente il piano vaccinale, ma anche da affrontare la crisi economica e del lavoro, in vista della scadenza del blocco dei licenziamenti il 31 marzo. Non a caso la segretaria della Cisl Anna Maria Furlan oggi è tornata a indicare la proroga del divieto come una priorità dei sindacati. Inoltre deve essere varato in tempi brevi il decreto Ristori 5, su cui al Mef stavano già lavorando. Va poi seguito (ed eventualmente modificato) il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che a Bruxelles aspettano entro aprile.

E poi l’ex numero uno della Bce dovrà gestire anche alcune “patate bollenti”, rimaste aperte dal precedente esecutivo: prime tra tutte la crisi Alitalia, il nodo Aspi, la ricerca di un compratore per Mps, la vicenda dell’Ilva. Una situazione molto complessa, che oggi l’Economist commenta con un paradosso: “C’è mai stato – si chiede il prestigioso giornale economico – un primo ministro più fortunato di Mario Draghi? O uno più sfortunato? È pronto per entrare in carica con circa 200 miliardi di euro. Ma prenderà anche il controllo della peggiore economia europea in una pandemia e con una maggioranza parlamentare in cui sarà difficile raggiungere un accordo su qualsiasi cosa”. Da oggi la risposta tocca a Draghi. askanews

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