di Carlantonio Solimene
Lavoro svolto nell’anno passato, progetti per il 2016 e qualche suggerimento sulle personalità più in vista nei territori da sfruttare per la prossima tornata delle amministrative. È questo il primo atto dell’annunciata “rivoluzione” di Forza Italia che Silvio Berlusconi ha in mente per le prossime settimane. Poco prima di Natale, infatti, ai vari coordinatori regionali del partito sono state recapitate delle missive firmate dal deputato Sestino Giacomoni, segretario della conferenza dei presidenti dei comitati regionali di Forza Italia, nel quale i vertici azzurri chiedono sostanzialmente un bilancio dell’attività svolta sul territorio e i nomi di alcuni “sindaci-pilota”. Questi ultimi saranno poi incontrati nelle prossime settimane proprio da Berlusconi per comprendere come recuperare quell’area del “non voto” che l’ex premier considera fondamentale per tornare alla vittoria, a partire dalle Comunali di giugno. I report sono attesi per il giorno dell’Epifania, e una settimana dopo – il 12 gennaio – ci sarà un’altra scadenza importante nella strada che conduce alle Amministrative: il secondo incontro tra gli emissari dei tre partiti della coalizione per provare a trovare la quadra sulle candidature.
Un incontro che, però, potrebbe concludersi con l’ennesima fumata grigia dato che ad apporre il sigillo sulle scelte saranno i tre leader – Berlusconi, Salvini e Meloni – quando si confronteranno di persona, entro la fine del mese. L’idea comune è che ogni accelerazione sarebbe inutile dato che al voto mancano più di sei mesi e sarebbe più cospicuo capire prima quali sono i candidati della sinistra contro cui bisognerà confrontarsi. Per quanto riguarda Roma, si moltiplicano le voci che vedrebbero Giorgia Meloni a un passo dall’accettare la richiesta degli alleati di candidarsi, ma la realtà è che gli accordi sono ancora di là da venire, così come la pianificazione delle strategie elettorali. Ieri a far rumore è stato un retroscena di Repubblica nel quale si descriveva un Berlusconi deciso a “cancellare” il simbolo di Forza Italia dalle prossime consultazioni per affidarsi esclusivamente a liste civiche ed evitare una conta alle urne che potrebbe rivelarsi poco confortante. Un’ipotesi, questa, che è stata però smentita categoricamente da diversi big del partito azzurro.
“Non esiste una cosa del genere”, ha assicurato Renato Brunetta, capogruppo alla Camera, “quello che certa stampa scrive è esattamente il contrario di quello che è nell’interesse di Forza Italia. L’ipotesi è senza fondamento soprattutto per quanto riguarda i grandi capoluoghi come Roma e Milano”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri e Francesco Giro. A far “rumore”, però, è stato il silenzio di Berlusconi, normalmente assai rapido quando si tratta di smentire ipotetici smantellamenti della sua creatura. Il dibattito nel partito azzurro si concentra anche su quella che potrebbe essere la forma partito per il futuro di Forza Italia, un discorso non slegato dall’eventualità di creare una “federazione” di centrodestra con Lega e Fratelli d’Italia in virtù dei paletti imposti dall’Italicum. A lanciare l’idea della “federazione” è stato Giovanni Toti dalle colonne de Il Tempo , spiegando anche che bisognerà “creare regole per selezionarne la classe dirigente”. Ad associarsi è ancora Brunetta: “Abbiamo già cominciato a livello parlamentare con un sempre più forte coordinamento, tant’è che per la legge di stabilità abbiamo avuto un unico relatore di minoranza a Montecitorio per tutto il centrodestra, Renata Polverini. Cercheremo di fare la stessa cosa per tutti gli altri provvedimenti, a partire dalla riforma costituzionale”.