di Giuseppe Novelli
“Si apre ufficialmente la fase congressuale”, sintetizza ora un esponente della minoranza dem. Da questo voto, si sottolinea, si evince che il mito dell’infallibilita’ di Renzi e’ finito, la convinzione e’ che presto anche le altre ‘correnti’ del Pd si distaccheranno dal presidente del Consiglio. Tra le richieste che verranno avanzate dai cosiddetti ‘ribelli’ c’e’ quella del cambiamento dell’Italicum, ma c’e’ rabbia anche per la lettura che e’ stata fornita dal segretario, “non e’ possibile come ha fatto qualcuno – sottolinea un bersaniano – addebitare la colpa a Fassino…”. Ora l’appuntamento e’ il referendum. Da parte di molti nella minoranza dem e’ tornata la tentazione di posizionarsi per un totale disimpegno se non addirittura per promuovere comitati del No. Nessuno lo dice apertamente, ma – aggiunge una fonte parlamentare – “noi ribadiremo che il combinato disposto tra Italicum e ddl Boschi e’ pericoloso, che occorre cambiare la legge elettorale”. La tesi dei malpancisti dem e’ che di questo passo il Pd rischia addirittura di non andare al ballottaggio alle politiche, battuto dal Movimento 5 stelle e dal centrodestra. “Il logoramento di Renzi e’ in atto, il Pd cosi’ non esiste, c’e’ solo una forza appiattita sul governo”. Le ricette che la minoranza dem porra’ all’attenzione della direzione sono sempre le stesse. “Ma oggi piu’ che mai – rimarca un altro esponente vicino a Bersani – noi pensiamo che e’ arrivato il momento per tentare di riprenderci il partito”.