Libero attacca Raggi e scoppia la bufera. Feltri: stesso titolo per Ruby-Berlusconi
IL CASO Sui social è pioggia di solidarietà alla sindaca di Roma. Ordine giornalisti: “Disgustoso quel che appare su quotidiano”
Gli attacchi di Grillo alla stampa sono nulla in confronto alla prima pagina del quotidiano Libero, che oggi titola “Patata bollente” mettendo la foto della sindaca di Roma Virginia Raggi, aprendo con un articolo di Vittorio Feltri che collega le “vicende comunali e personali” della sindaca di Roma a quelle (ancora da chiarire) di Berlusconi. Una sintesi perfetta di cos’è il giornalismo, insomma. Decisamente tutt’altro. Perché il quotidiano oltre ad insultare la sindaca della Capitale e le donne, perdendo di vista la notizia ma insulta pure la categoria, scrivendo una pessima pagina del giornalismo contemporaneo in Italia.
SCOPPIA LA BUFERA E mentre sui social è pioggia di solidarietà alla Raggi, scoppia la bufera. Paola Taverna, una delle più agguerrite nemiche interne della Raggi su Facebook scrive: “Vede dottor Feltri, con un semplice parallelismo sarebbe facile alla sua definizione del sindaco di Roma come ‘patata bollente’ accostare per lei “gran testa di cazzo”. Le fa eco Beppe Grillo, che nella pagina della Raggi scrive: “Massima solidarietà alla nostra Virginia. Questa è l’informazione italiana” riferendosi alle modalità con cui l’informazione sta affrontando la vicenda politico-giudiziaria che ha investito il Campidoglio. L’ex marito della sindaca di Roma, Andrea Severini interviene anche lui sui social: “Poi ci chiediamo perché siamo una società maschilista e sessista, vergognatevi pezzenti”. La Boldrini parla di ‘volgarita’ sessista’ e ‘giornalismo spazzatura’, esprimendo “solidarieta’ alla Raggi”. Matteo Salvini, invece, aggiunge: “trovo scorretto attaccarla su presunte relazioni amorose, affari suoi, meglio parlare della sua totale incapacita’ di amministrare”. La deputata del M5s Roberta Lombardi rabbrividisce , parla di attacco ‘sessista” e auspica un intervento “dell’Ordine dei giornalisti”, “Di attacchi così volgari – sottolinea l’antagonista storica di Raggi in M5s – non ne avevo mai letti prima. E’ qualcosa di vergognoso, deplorevole, perché un simile attacco offende la dignità di ogni donna. Non è mia consuetudine fare appelli di questo genere, questa volta però si è travalicato il limite. Questo non è giornalismo, qui non siamo di fronte a un semplice calembour, qui ci troviamo davanti a una concezione medievale, anzi che dico primitiva della vita. A una vera e propria ristrettezza mentale, a un sentimento limitato e pavido”.
ORDINE DEI GIORNALISTI E a stretto giro interviene anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino. “Trovo disgustoso quel che appare oggi su Libero – dice – riferito allusivamente alla vita privata di Virginia Raggi. Debbono essermi sfuggite le reazioni delle signore che insorgono indignate quando si ironizza o si fanno battute volgari sulle donne. Attendo di vedere che vincerà il premio “l’imbecille di turno” considerando questa mia dichiarazione un attacco alla libertà di stampa”. Esprime solidarietà alla Raggi anche la sottosegretaria Pd alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, responsabile delle Pari opportunità nel Governo Gentiloni, auspicando che “si possa ritrovare una giusta misura nel dibattito e nel racconto politico”.
FELTRI MA QUALI SCUSE? Il direttore di Libero Vittorio Feltri, alza le spalle davanti al muro di condanna della prima pagina dedicata alla sindaca M5s di Roma Virginia Raggi. E ricorda che “patata bollente” fu la stessa titolazione da lui personalmente voluta anni fa sempre su Libero per lo scandalo Ruby-Silvio Berlusconi, senza suscitare analogo scandalo. E non intende scusarsi. “Perché dovrei chiedere scusa? Di che cosa? Per la patata bollente? Ma stiamo scherzando? Che questa sia una patata bollente – dice – non c’è il minimo dubbio. Poi il salto dalla patata alla figa è notevole”. “Questo stesso titolo – ricorda Feltri – lo feci il 15 gennaio 2011 su Libero, dove ero tornato da poco come direttore editoriale, per il caso Ruby rubacuori. L’occhiello era: ‘Silvio rischia grosso’. Il titolo: ‘La patata bollente’. E non fu un titolo di Belpietro, ma mio”. E allora, domanda “lo stesso titolo, ‘la patata bollente’, fatto su Ruby e con foto di Ruby va bene, se invece lo facciamo sulla Raggi non va bene? Come mai? Manco se lo ricordano perché di Ruby si poteva dire tutto. E di Berlusconi soprattutto, perché Ruby senza Berlusconi sarebbe stata la signora nessuno. Non ci furono polemiche e nessuno disse niente. Nessuno parlò di sessismo. Due pesi e due misure, che differenza c’è tra la Raggi e Ruby? Non sono due persone entrambe degne di rispetto?” . Inoltre “ma poi -obietta ancora il direttore di Libero – che cos’è la patata? A Roma c’è sicuramente una questione scottante. E quindi è una patata bollente. Il doppio senso, eventualmente, lo attribuisce chi legge e non chi scrive”.
FNSI Il segretario generale e il presidente della Fnsi Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti affermano: “Le giuste prese di posizione nei confronti di chi tenta di gettare discredito su quanti informano correttamente l’opinione pubblica non possono pero’ far dimenticare ai giornalisti i doveri professionali sanciti dalla legge e dalle carte deontologiche”, sottolineando che il “ricorso a espressioni volgari e allusive – proseguono -, magari riassunte in titoli ad effetto, quale per esempio “Patata bollente”, non e’ accettabile nei confronti di chiunque, soprattutto nei confronti di una donna” esprimendo quindi solidarietà alla Raggi.