Il Pd attacca il M5S: “Serve una legge sui partiti. E già è calendarizzata a marzo”

di Maurizio Balistreri

E’ il momento di scrivere una legge che regoli anche la vita interna dei partiti, altro che multe e sanzioni comminate da Beppe Grillo. Il Pd attacca il Movimento 5 stelle ed è il vicesegretario del partito Lorenzo Guerini ad annunciare la controffensiva, dopo l’annuncio che i grillini multeranno i loro eletti che non rispettano la linea. “Sono misure, per me, un po’ ridicole – ha spiegato Guerini – e che denotano una concezione patrimoniale del partito, per cui chi ha il potere economico detta la linea. Ciò detto credo che questa vicenda riproponga il tema di una legge sulla democrazia interna dei partiti, una normativa che dia attuazione all’articolo 49 della Costituzione che prevede che i partiti concorrano ‘con metodo democratico’ alla vita politica del Paese”. Una proposta di legge al riguardo il Pd l’ha già presentata qualche mese fa, proprio a firma Guerini, e prevede di fatto l’impossibilità di presentarsi alle elezioni per i partiti che non assumono personalità giuridica e non presentano un vero e proprio statuto che disciplina la vita interna in linea con l’articolo 49 della Costituzione.

Proposta che, adesso, verrà calendarizzata in aula alla Camera a marzo, come ha spiegato il capogruppo Ettore Rosato: “Ho fatto una sorpresa a Guerini… Questo tema per noi è una priorità e sarà calendarizzata per il mese di marzo in aula aella Camera, subito dopo il conflitto di interessi”. Un segnale, per ora, perché non ci sono deadline fissate per l’approvazione definitiva, come spiega lo stesso Rosato. Resta il fatto che la legge, nella versione presentata dal Pd, di fatto costringerebbe M5s a cambiare in parte natura, da movimento senza una vera e propria struttura interna a soggetto giuridico a tutti gli effetti dotato di statuto, pena l’esclusione dalle elezioni in caso di inadempienza. “Questa norma in particolare – precisa Guerini – eravamo indecisi se metterla nella proposta di legge, poi l’abbiamo inserita, ma aspettiamo di discutere anche le altre proposte che verranno presentate”.

La reazione di Alessandro Di Battista è dura: “Lo capisco che non piaccia al Pd (l’uso di sanzioni nei confronti di chi lascia M5s o non rispetta il programma elettorale, ndr), loro ci campano coi voltagabbana. Alla Camera il gruppo misto, che non si è presentato alle elezioni, è il terzo gruppo per numero di deputati. E al Senato senza i voltagabbana non ci sarebbe stata la maggioranza per la riforma costituzionale”. Aggiunge la capogruppo grillina al Senato Nunzia Catalfo: “se adottassero il nostro Regolamento e la relativa sanzione i loro amministratori – che promettono una cosa e poi ne fanno un’altra, si schierano dalla parte delle lobby a scapito dei cittadini e finiscono indagati – finirebbero tutti sul lastrico”.

Pubblicato da
redazione