Politica

E’ tutti contro tutti tra i Democratici. Bersani gela Renzi e detta l’agenda a Governo e Pd

Pierluigi Bersani detta l’agenda al Governo di Paolo Gentiloni e al PD di Matteo Renzi. L’ex segretario dei Democraciti è netto: la legge elettorale va fatta entro giugno. Indica la medesima dead line per celebrare il congresso dei democratici e opta per il 2018 per le politiche. “Basta con giochini” e “indovinelli” dice Bersani, bisogna “dire con chiarezza quando si vota “. E’ certo che “la discussione politica nel Pd va fatta anche sapendo il contesto politico e sapendo qual è la legge elettorale”, senza mettere il carro davanti ai buoi, anche perché fatta la legge elettorale “parte il congresso e traguarderemo il 2018”. Per lui insomma “l’esecutivo deve governare”. E via con la road map: “Dobbiamo predisporci a un turno di amministrative, a un referendum, e bisogna togliere i voucher, non so cosa si aspetti – dice – e a giugno aprire il congresso del Pd. Abbiamo un Paese da governare, possiamo fare questi giochini qui? Dobbiamo dire parole chiare, dire quando si vota e dire al Paese e all’Europa cosa si fa, serve un soprassalto di responsabilità”.

SONDAGGI E se Bersani gela Renzi, il ministro della Giustizia Andrea Orlando stoppa sul nascere polemiche e indiscrezioni circolate su una sua possibile corsa alla guida dei Dem e sui presunti contatti con esponenti di Forza Italia sulla legge elettorale. “Leggo che l’altro – dice  – ieri avrei ereditato il patrimonio del Pd, che e’ stata calata la mia candidatura come minaccia, e avrei incontrato elementi di Forza Italia per fare la legge elettorale”. “E’ un insieme di fandonie per ravvivare il mio compleanno” ironizza il ministro. “Preoccupa –  dice – che sia una serie di elementi che rischia di distrarre da una discussione seria che va fatta sul posizionamento del Pd e sul messaggio che il Pd deve dare e che viene molto prima del nome del candidato”. Sui sondaggi interni al Pd, commissionati da Renzi, per testare la competitività dei suoi eventuali avversari al congresso, che lo danno vincente contro chiunque, Emiliano compreso, attacca Francesco Boccia, che chiede all’ex premier di convocare subito congresso. “Visto che Renzi ha questi sondaggi straordinari che sta diffondendo attraverso i giornali, faccia un atto di umiltà, convochi il congresso quanto prima. Non capisco perché non voglia farlo “.

ROSSI IN CORSA PER SEGRETERIA Intanto sabato il presidente della Toscana, Enrico Rossi, anche lui in corsa per la segreteria del Pd, presenterà il manifesto per la propria candidatura. “Sarà un grande spettacolo”, dice rispondendo a chi giudica “un piccolo spettacolo” la lotta interna al partito. “Con me ci saranno le persone con cui ci siamo uniti in rete, come democratici socialisti – rivendica – e proverò a parlare di contenuti e proposte per il Paese”. Il governatore toscano, è convinto che “bisogna spostare rapidamente il dibattito altrimenti la nostra frattura con cittadini e ceti popolari si aggraverà”. E per lui, che ambisce anche a diventare il prossimo candidato premier, tra l’altro, il Pd “ha bisogno di una svolta profonda: dal programma alla propria identità politico cultura il congresso si terrà a scadenza naturale, “prenderei in considerazione la possibilita’ di sottopormi anche alle primarie”  per il candidato premier, anche se ribadisce di essere contrario a che il segretario del partito si candidi a presidente del Consiglio. Renzi docet: o si governa il Paese o il partito, altrimenti si rischia di non riuscir a far bene né l’uno né l’altro.

LISTOPOLI A NAPOLI Intanto a Napoli scoppia il caos, per effetto differito dello scandalo ‘listopoli’ scoppiato una settimana fa. Dalla città partenopea, infatti, il coordinatore regionale di Sinistra riformista, Gianluca Daniele attacca il partito dopo il caso delle candidature inconsapevoli in liste a sostegno di Valeria Valente, candidata del Pd a sindaco di Napoli nelle scorse amministrative. A fornirgli un assist sono alcune indiscrezioni di stampa.  “Il giorno dopo il disastroso risultato delle amministrative – attacca Daniele , il segretario Renzi promise che sul partito di Napoli sarebbe intervenuto con il lanciafiamme. A quanto pare, invece, in via Toledo (dove c’è la sede del Pd di Napoli, ndr) c’è qualcuno che sta utilizzando l’estintore”.  Secondo indiscrezioni di stampa, infatti, sembrerebbe che il segretario metropolitano Carpentieri, invece di assumersi finalmente la responsabilità della sconfitta alle comunali e della totale inerzia e assenza del Pd napoletano negli ultimi anni – e, quindi, di dimettersi dando avvio al congresso, come aveva promesso in direzione, – stia pensando di nominare una nuova segreteria, come se dovesse restare al suo posto ancora qualche anno”. “Se la notizia fosse confermata – ragiona Daniele – si tratterebbe di un tentativo, non si capisce se consapevole o inconsapevole, di autodistruzione del Pd di Napoli che, in questi giorni, viene anche rovinosamente investito dallo scandalo “listopoli”, senza che nessuno alzi il dito per assumersi la colpa di comportamenti illegali o, quanto meno, segnati da gravissima negligenza”.

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redazione