Sulle candidature alle elezioni europee “a me onestamente per quello che sta succedendo vuol dire proprio che non mi da retta nessuno”. Così Romano Prodi, intervistato a La Repubblica delle Idee, a Napoli, a proposito delle candidature di tanti leader politici, tra cui la segretaria del Pd, Elly Schlein. “Se ragioniamo un pochino con il buon senso, ma perché dobbiamo dare il voto a una persona che di sicuro se viene eletto non va al Parlamento europeo?”, ha continuato Prodi. “Sono ferite della democrazia che scavano il fosso e per cui la democrazia non è più amata. Riguarda tutti da Meloni a Schlein. In questo modo non si può sostenere che la democrazia sia un sistema al servizio del popolo, perché in quel caso il popolo non c’entra niente: vota per uno e ci va un altro”, ha spiegato.
Intanto, il nome di Elly Schlein nel simbolo Pd per le europee fa discutere la direzione. La segretaria ha messo sul tavolo la proposta poco prima dell’inizio della riunione chiama ad approvare le candidature ma, secondo quanto viene riferito, ha trovato parecchia perplessità nel partito. La leader Pd sarà capolista in centro e nelle isole, anche se ha precisato che lo fa per “dare una mano alla squadra” e che poi resterà in Parlamento a Roma fare la battaglia contro Giorgia Meloni. Ma proprio per trainare il partito la leader democratica avrebbe chiesto – “solo per questa vola”, ha precisato il presidente Pd Stefano Bonaccini – di inserire il nome nel simbolo.
Bonaccini si è detto favorevole, ma la proposta è stata accolta con freddezza, per usare un eufemismo, e Gianni Cuperlo -uno dei primi a intervenire in direzione – ha commentato: “”Elly te lo dico per la considerazione e la stima che è cresciuta nei tuoi confronti in questo anno di tua segreteria: tu non sei Giorgia Meloni, non sei Matteo Salvini, non sei Tajani, non sei Renzi, non sei Calenda. Tu sei meglio di tutti questi personaggi che ho appena citato. Tu sei meglio e vieni da una cultura diversa”. Contro la proposta, tra gli intervenuti finora, si sono espresse anche Silvia Costa e Paola De Micheli. Favorevole invece Pierfrancesco Majorino. Alla fine, dopo il dibattito, la direzione dovrà votare sull’inserimento del nome della Schlein nel simbolo.
O si mette il nome nel simbolo o si valuta una candidatura di Elly Schlein tutte le circoscrizioni, “bisogna fare delle scelte”. Lo ha detto la leader Pd concludendo la direzione del partito. La segretaria, replicando alle critiche di inserire il suo nome nel simbolo, ha spiegato che la sua presenza è un “valore aggiunto” e che bisogna capire come concretizzarlo.
“Stavamo ragionando… – ha spiegato – io ho interpretato questa proposta (del nome nel simbolo, ndr) con l’idea di dire: c’è un modo di poter portare comunque quel valore aggiunto, che io faccio pure fatica a spiegarmi? Perché per qualche strana ragione ci sono persone che senza un impegno diretto o non si mobilitano o votano altre forze politiche”. Dunque, “facevamo un ragionamento e dicevamo: evidentemente quell’1,5% in più secondo alcuni sondaggi (1% secondo altri, 0,8% secondo altri ancora) senza questa presenza non avrebbe votato Pd. Come faccio a portare queste persone a votare senza schiacciare le altre figure?”.
La Schlein ha avvertito: “Non è un dubbio facile da sciogliere, bisogna fare delle scelte. Io posso riservarmi di capire qual è la scelta migliore rispetto a una presenza – se e dove – dentro queste liste, o eventualmente una scelta diversa rispetto al mero logo elettorale. Perché è chiaro che si stava parlando di questo e non di una modifica della natura del partito che non sarebbe certo questa la sede per affrontare. Ascolto fino in fondo tutto il dibattito. Licenziamo queste liste col mandato a chiudere questa partita”. “Ma – ha concluso – se questa proposta da Bonaccini (sul nome nel simbolo, ndr) non è una strada…Lasciatemi valutare se e come posso dare una mano all’interno di queste liste”.