Pd evita spaccatura in direzione, mediazione su primarie online
Mezza vittoria per Elly Schlein. Saranno possibili, ma solo in determinati casi
La spaccatura in direzione è evitata, Enrico Letta alla fine tira un sospiro di sollievo perché il regolamento del voto per le primarie passa con un solo contrario e qualche astenuto. Certo, tra chi non vota c’è anche Paola De Micheli, una dei candidati al congresso, ma di fatto il peggio viene scongiurato, il Pd evita di avviare delle assise “costituenti” con una clamorosa rottura. Il voto online chiesto da Elly Schlein viene sdoganato, ma solo per alcuni casi molto selezionati: chi è impossibilitato a recarsi ai gazebo, chi vive in zone particolarmente isolate, lontane dai principali centri abitati. Una mediazione, appunto il “punto di equilibrio più avanzato possibile”, come ha detto Letta, tra le posizioni della Schlein e quelle di Bonaccini e De Micheli che non volevano il voto da remoto. Il segretario uscente parla in apertura e non nasconde una certa irritazione per una discussione che avrebbe evitato volentieri: “Da domattina ci confrontiamo su temi e questioni di contenuto che interessano gli italiani”, ha esortato.
Del resto, Letta non aveva gradito nemmeno le polemiche sulla discussione al comitato costituente e non ha mancato di sottolinearlo: “Anche sui contenuti siamo riusciti a farci del male nel racconto esterno. La discussione è intensa e fortissima, ma è stata raccontata da molti di noi in modo banalizzante”. L’intesa raggiunta ribadisce che “le operazioni di voto si svolgono presso i seggi ubicati nelle sedi fisiche individuate dalle commissioni provinciali”, come chiedevano Bonaccini e De Micheli. Ma al comma successivo è prevista anche la possibilità di votare online, in alcuni casi specifici: “E’ ammessa la possibilità che le operazioni di voto si svolgano attraverso la piattaforma on line per le seguenti categorie di elettrici/elettori: persone residenti e/o domiciliate all’estero; persone impossibilitate a recarsi ai seggi per condizioni di disabilità, malattia o altri impedimenti definiti dalla Commissione nazionale per il Congresso, che autocertifichino tali condizioni; persone residenti in località la cui distanza dai seggi renda particolarmente difficoltoso l’esercizio del voto, sulla base di criteri determinati dalla Commissione nazionale per il Congresso”.
Inoltre, coloro che possono e vogliono usufruire del voto online “sono tenuti a per-registrarsi entro il 12 febbraio 2023 sull’apposita piattaforma, compilando il modulo con i dati richiesti e fornendo un documento di riconoscimento, ovvero attraverso lo Spid”. Un compromesso, appunto, che Letta giudica con soddisfazione: “Il migliore punto di caduta possibile date le condizioni”, dicono dal Nazareno. Sia dal comitato Schlein che da quello di Bonaccini arrivano commenti positivi, anche se ognuno enfatizza la parte dell’intesa che preferisce: “L’accordo in direzione è una vittoria per il Pd. Rompere il muro della partecipazione con primarie online è importante per definire il profilo di un partito unito, moderno e inclusivo”, dicono dallo staff della Schlein.
Ma il voto online è “molto limitato”, sottolineano dalle parti di Bonaccini: “Siamo molto soddisfatti dell’accordo raggiunto perché, come detto ieri, sarebbe stato folle spaccare il Partito democratico e abbiamo fatto di tutto oggi per evitarlo, con grande senso di responsabilità. È molto importante che la direzione abbia confermato che il voto delle primarie sarà in presenza ai gazebo. Siamo un partito solido e radicato, una comunità, non una piattaforma virtuale” Sono previste altre e piuttosto limitate possibilità di voto per venire incontro alle giuste esigenze di chi avrebbe evidenti difficoltà a raggiungere i gazebo”. Ora la corsa congressuale può partire ufficialmente. E, spera Letta, adesso si comincerà a parlare soprattutto di contenuti e di proposte.