Il Pd lancia il Mattarellum e guarda a Berlusconi. Bene per Lega e FdI, bocciato da M5s e Fi
LEGGE ELETTORALE Gasparri: “Strada impossibile”. Di Maio: “Vogliono perdere tempo con un’altra legge, il pensionellum” video come funziona il Mattarellum
Il Pd riparte dal Mattarellum, la legge che ha portato alla vittoria dell’Ulivo, ma la strada appare in salita. La proposta è arrivata dal segretario Matteo Renzi, nella relazione (approvata a larghissima maggioranza) all’assemblea Dem all’hotel Ergife di Roma. Il Pd, ha detto Renzi, non accetterà la “melina” degli altri partiti sulla legge elettorale. “Dobbiamo mettere un elemento di chiarezza: vogliamo un sistema maggioritario, o tornare al proporzionale. Io dico di guardare le carte sull’unica proposta che ha visto vincere sia il centrosinistra che il centrodestra – ha sottolineato lanciando quindi un messaggio a Forza Italia – la proposta della stagione dell’Ulivo di Romano Prodi e che porta il nome del presidente Sergio Mattarella. Io dico: andiamo a vedere: il Pd c’è! Senza rincorrere il ragionamento sul proporzionale e giocando la partita a carte scoperte”. Adesso, ha aggiunto il segretario, “bisogna che gli altri ci dicano cosa hanno in testa.
E’ una proposta fatta di un articolo, non c’è bisogno di inventarsi altro. Lo chiedo formalmente, a Forza Italia, ai nostri alleati centristi, alla Lega Nord, alla sinistra che si sta anche riorganizzando, vedo con molto interesse ciò che Giuliano Pisapia sta cercando di costruire, e lo chiedo al M5s”. Se poi, ha concluso, “ci sarà melina, si andrà a votare con il Consultellum, e io vorrò candidarmi al Senato”.
MAGGIORANZA DIVISA La proposta di Renzi ha trovato il plauso di un po’ tutto il partito: dalla minoranza Dem con Roberto Speranza (che ricorda che “ho presentato a luglio la proposta sul Mattarellum, ora sono contento che possa diventare la posizione di tutto il Pd”) al ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, secondo cui la proposta “deve essere condivisa dal partito, penso che non sarà facile convincere gli altri ma se non li convincessimo non dovremmo rassegnarci al proporzionale puro”. Tra le voci fuori dal coro quella del ministro della Giustizia Andrea Orlando, che dice no al “proporzionale puro” ma che esprime dubbi sull’utilità di un “maggioritario muscolare”. Incassato il via libera del Pd, adesso la proposta di Renzi dovrà essere messa alla prova degli altri partiti. Il Mattarellum prevedeva un maggioritario a turno unico per la ripartizione del 75% dei seggi parlamentari, con una ripartizione proporzionale del restante 25% e uno sbarramento del 4% alla Camera. Un sistema che però già vede, nel campo della maggioranza di governo, lo stop da parte di Area popolare. “Per noi – ha commentato il capogruppo alla Camera Maurizio Lupi – il Mattarellum non va bene. Riteniamo più corretto un sistema proporzionale a turno unico con un premio di maggioranza alla coalizione vincente”.
NO DI FI-M5S Secca e definitiva la replica del Movimento 5 stelle con Luigi Di Maio: “Vogliono perdere tempo con un’altra legge elettorale: il pensionellum. Renzi risparmiacelo, il 24 gennaio avremo una legge”. Per il resto, Renzi al momento incassa il via libera solo di Lega Nord e Fratelli d’Italia. Ma nel Pd non si esclude di poter convincere Silvio Berlusconi, anche se dai “colonnelli” azzurri al momento è arrivato un no. “In Parlamento si deve trovare un’ampia maggioranza e io credo che con un baro come Renzi non si possa trovare nessun accordo”, commenta il capogruppo Renato Brunetta. “Il Mattarellum – chiarisce Maurizio Gasparri – non ci vede d’accordo. Niente riciclaggi con paracadutati nei collegi sicuri. Strada impossibile. Pensiamo ad altro. Stop”. “Renzi ha fatto la sua proposta – spiega un deputato Dem – ora si tratta di vedere cosa diranno gli altri. Penso che sia difficile tornare al Mattarellum tale e quale, ma si possono fare degli aggiustamenti per trovare magari una intesa con Berlusconi, al di là delle prime dichiarazioni ufficiali dei forzisti. Il punto di caduta, però, non può essere quello del 50% dei seggi con il maggioritario e il 50% con il proporzionale”.
OK DAI RADICALI I Radicali, invece, condividono la proposta che sulla legge elettorale arriva dall’assemblea nazionale del Pd di ripartire da Mattarellum, e chiedono che “i collegi uninominali siano cuore della riforma”. “La proposta di ripartire dal Mattarellum, che sta emergendo dall’Assemblea nazionale del Partito democratico, è un buon argine alla voglia di proporzionale che si è fatta largo all’indomani del voto referendario, ed è coerente con la vocazione maggioritaria del Pd”, ha dichiarato Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani. In sostanza, per i Radicali il Mattarellum “rappresenta un buon punto di partenza per il dibattito parlamentare su una riforma che, a nostro avviso, dovrà avere al centro i collegi uninominali: il solo strumento in grado di ricucire lo strappo tra paese e istituzioni, perché assicura un rapporto diretto tra elettori ed eletti attraverso regole chiare e comprensibili, senza calcoli algebrici basati sulle esigenze dei partiti”. “Perché – ha spiegato il segretario dei Radicali – permette ai cittadini di conoscere davvero i propri eletti, così da poterne giudicare l`operato. Una riforma basata sui collegi uninominali è quindi quello che serve per restituire credibilità alla politica e alle istituzioni”. Quindi “come Radicali ci impegneremo nelle prossime settimane, anche ad aprire un dibattito pubblico che aiuti il Parlamento nel percorso di riforma, scongiurando la cessione di ulteriori spazi al proporzionale”.
CHE COS’E’ IL MATTARELLUM
Il Mattarellum e’ un sistema misto, nato dopo il referendum del 1993 con il quale gli italiani votarono a favore dell’abrogazione del proporzionale. Si passo’ dunque a un sistema elettorale misto a prevalenza maggioritario: 475 seggi per la Camera e 232 per il Senato vengono assegnati secondo un meccanismo maggioritario a turno unico: viene eletto parlamentare il candidato che ha riportato la maggioranza relativa dei suffragi nel collegio.
Cosa prevede. Nello specifico, il Mattarellum prevede per la Camera l’elezione del 75% dei deputati con collegi uninominali e il restante 25% con un sistema proporzionale. Per la parte maggioritaria viene eletto il candidato che ottiene piu’ voti. Nel proporzionale, dove non si esprime la preferenza, accedono alla suddivisione dei seggi le liste che hanno raggiunto la soglia di sbarramento del 4%. Prima della ripartizione occorre pero’ applicare il meccanismo dello scorporo, per cui alla lista vengono sottratti i voti ottenuti dal candidato ad essa collegato che ha vinto nel collegio. Al Senato i tre quarti dei seggi vengono assegnati col sistema maggioritario, in collegi uninominali, a maggioranza semplice e a turno unico. Per il restante quarto dei seggi, si applica il metodo proporzionale. E’ quindi un sistema che favorisce il bipolarismo, incentivando pero’ la nascita di coalizioni ampie e di alleanze elettorali che non sempre restano unite fino alla fine della legislatura, cosi’ come avvenne nel ’94 per il primo governo Berlusconi, sostenuto da una coalizione di centrodestra (il Polo delle Liberta’ al nord e il Polo del Buon governo al sud), che andava da Forza Italia alla Lega, passando per An fino all’Udc. Il sistema con cui fu eletto Prodi Il Mattarellum fu anche la legge elettorale con cui vinse il primo governo Prodi, nel 1996, sostenuto da Ulivo (una coalizione che andava dal Pds al Ppi, passando per i Socialisti italiani fino ai Verdi e i Repubblicani e la Rete di Orlando) e Prc di Bertinotti. Fu allora, nel ’96, che si applico’ il cosiddetto ‘patto di desistenza’ tra il partito della Rifondazione Comunista e le forze politiche riunite nella coalizione di centrosinistra l’Ulivo. In virtu’ della desistenza, Rifondazione Comunista non presento’ propri candidati in tutti i collegi elettorali e in quelli assegnati, tramite appunto il patto elettorale, al Prc non venne, di conseguenza, presentato il contrassegno dell’Ulivo.