Il presidente del Pd e il vicesegretario, Matteo Orfini e Lorenzo Guerini, alzano il pressing sugli altri partiti chiedendo di aprire subito un “tavolo” sulla legge elettorale, senza attendere la sentenza della Consulta il 24 gennaio, ma i due più consistenti partiti dell’opposizione parlamentare, M5s e Fi rispondono picche. Con Silvio Berlusconi che rilancia il proporzionale a tutto tondo senza alternative.” Noi non vediamo un’altra soluzione che quella di un sistema elettorale proporzionale”, scandisce Silvio Berlusconi. Risposte a cui il segretario Dem, Matteo Renzi, non intende sottostare e al quale potrebbe controreplicare con un invito agli altri leader di partito ad aprire un tavolo.
IL TAVOLO Dunque, un tavolo sulla legge elettorale, al Nazareno o in un’altra sede, aperto a tutte le forze politiche, a partire dalla proposta del Mattarellum fatta formalmente dall’ex premier Matteo Renzi all’assemblea del Pd. Con un’intervista di Orfini all’Unità e una dichiarazione di Guerini, la maggioranza dem imprime un’accelerazione al confronto sul sistema di voto che dovrebbe superare l’Italicum, dopo la vittoria del no al referendum costituzionale. Un pressing che suscita una valanga di reazioni negative da parte di Forza Italia, confermate nella serata di ieri anche dalle parole del Cavaliere che ribadisce due concetti: la materia spetta al Parlamento, Fi è per il proporzionale.
NO A NAZARENO “Noi – spiega Orfini – abbiamo avanzato una proposta, quella del Mattarellum e sulla base di questa proposta abbiamo il dovere di verificare in tempi rapidissimi la disponibilità delle altre forze politiche”. Il presidente del Pd fa sapere che “nelle prossime ore dovremmo incontrare formalmente le altre forze politiche per comprendere in modo chiaro e trasparente quale sia la loro posizione. Dicembre sta per finire ed è il tempo che ognuno si assuma il suo pezzo di responsabilità”. Forza Italia non ci sta. Né al tavolo extraparlamentare, né al Mattarellum: “Dopo la sonora sconfitta referendaria – tuona il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta – il Pd di Renzi e Orfini non può più dare le carte, men che meno sulla riforma della legge elettorale. L’unico tavolo possibile è e rimane il Parlamento. Pertanto no a un Nazareno 2.0, no all’ennesima forzatura da parte del Pd”.
PRESSING E Berlusconi, in un messaggio di auguri di fine anno al coordinatore napoletano di Fi Paolo Russo, conferma auspicandosi “che il governo Gentiloni traduca in concreto il proposito di facilitare un accordo su questa materia, che ovviamente spetta al Parlamento, e che in sede parlamentare il Pd dimostri di aver capito la lezione della sconfitta referendaria e si renda partecipe di un percorso condiviso sulle regole”. “Noi – aggiunge – non vediamo un’altra soluzione che quella di un sistema elettorale proporzionale”. Parole che non smuovono la maggioranza dem. Il vicesegretario Guerini infatti rilancia: “Rispondere che la legge elettorale si fa in Parlamento senza accordo preliminare significa in realtà puntare solo a perdere tempo e a questa prospettiva il Partito Democratico non è disponibile. Per questo ribadiamo la nostra volontà a incontrare in tempi molto brevi tutte le forze politiche che intendono confrontarsi seriamente e realmente senza tergiversare”.
CONSULTA Toni inaspettatamente accesi, dunque, a una settimana soltanto da quell’ultima riunione prima della pausa natalizia dell’ufficio di presidenza della commissione Affari Costituzionali della Camera dove il Pd ha depositato la pdl per il ritorno al Mattarellum a prima firma Michele Nicoletti. In quella riunione, Pd e Fi si sono detti d’accordo ad aspettare la sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum fissata per il 24 gennaio prima di avviare l’iter della riforma elettorale. Brunetta lo ricorda: “Se il Pd di Renzi, Orfini, Guerini, Zanda e Marcucci aveva tanta fretta perché il loro capogruppo in commissione Affari costituzionali a Montecitorio Emanuele Fiano ha convenuto in sede di ufficio di presidenza di aspettare la sentenza della Consulta del 24 febbraio prossimo? E di incardinare i relativi lavori solo dopo quella data?”. Il senatore della minoranza Pd Federico Fornaro avanza un’ipotesi: “Noto un eccesso di rigidità e di nervosismo nella maggioranza dem in merito alla proposta di una riproposizione del Mattarellum. Non vorrei che questo atteggiamento, in realtà, nascondesse la volontà di andare a votare alla Camera con l’Italicum ‘corretto’ dalla Corte costituzionale e al Senato con il cosiddetto Consultellum”. Il prossimo appuntamento in sede parlamentare è fissato per martedì 10 gennaio: alle 14 è convocato l’ufficio di presidenza della Prima Commissione di Montecitorio.