Il giorno dell'”annuncio” dovrebbe essere domani, almeno così assicurano qualificate fonti renziane. L’ex premier parlerà a ‘Porta a porta’, forse farà anche un’intervista su un quotidiano, per ufficializzare la scelta di fondare propri gruppi in Parlamento. Certo, aggiungono diverse fonti, “Matteo è imprevedibile, può anche decidere di frenare all’ultimo, perché sono in molti che gli stanno consigliando cautela…”. Molti anche tra i suoi, al momento si parla di una ventina di deputati e una decina di senatori pronti a seguirlo. Tra gli altri, vengono fatti i nomi di Roberto Giachetti, Anna Ascani, Ivan Scalfarotto, Maria Elena Boschi, Luigi Marattin, alla Camera. E poi Davide Faraone, Tommaso Cerno, Teresa Bellanova, Nadia Ginetti, Riccardo Nencini, Mauro Marino, Eugenio Comincini al Senato.
Ma l’incertezza è ancora grande, nell’elenco mancano comunque nomi importanti del renzismo come Lorenzo Guerini e Luca Lotti e tanti sono quelli profondamente tormentati dalla situazione: “Io – dice un renziano della prima ora – per ora resto nel Pd. Ma certo non è facile, sono con Matteo da così tanto tempo…”. Simona Malpezzi, altra renziana doc, prova a ridimensionare tutto: “Non penso che l’uscita sia all’ordine del giorno”. Alessia Morani, poi, aggiunge: “Non posso che fare un appello all’unità spero che nessuno faccia scelte che sarebbero incomprensibili per gli elettori”. In Parlamento, però, la versione che gira è esattamente opposta, Renzi avrebbe deciso. Certo, persino due avversari storici come Enrico Letta e Luigi Zanda pubblicamente invitano l’ex premier a ripensarci e i parlamentari renziani sono impegnati in colloqui e riunioni per valutare l’evoluzione della situazione.
Ma Matteo Renzi e’ ormai pronto a lanciare l’iniziativa dei gruppi autonomi in parlamento. Il coordinatore dei comitati civici Ritorno al Futuro, Ivan Scalfarotto, e’ in attesa di un chiarimento: finche’ non ci sara’ una decisione – dice – e’ inutile parlare di ipotesi. Richiamare domani sera, insomma. Anche perche’ nel tardo pomeriggio Matteo Renzi sara’ nello studio di Bruno Vespa e “da li’ arrivera’ una indicazione precisa”, scommettono esponenti renziani al Senato. Fonti parlamentari vicine all’ex segretario dem confermano lo smarrimento dei fedelissimi: “Rischia di essere una operazione di piccolo cabotaggio”, viene sottolineato con riferimento al numero di parlamentari che potrebbero seguire Matteo Renzi.
Si spera in una ventina di deputati, quanto basta per mettere in piedi un gruppo autonomo a Montecitorio. Ma se si tiene conto che il grosso delle file della minoranza dem in Parlamento sono rappresentate da esponenti di Base Riformista, area che fa capo a Luca Lotti e Lorenzo Guerini e che conta circa 40 parlamentari, e’ tutt’altro che scontato che si arrivi a quella cifra: “Guerini e Lotti non ci pensano neppure – viene riferito – e, anzi, confermano la linea uscita dall’assemblea di Montecatini. Rimaniamo nel Pd cercando di rafforzare la vocazione riformista e progressista del partito”. “Per quello che vogliamo fare, i numeri sono sufficienti in tutti e due i rami del Parlamento”, assicura comunque Nobili. Prendendo in considerazioni le sole correnti della minoranza dem, Base Riformista conta 48 deputati e 28 senatori; Sempre Avanti, la corrente ultra-renziana che fa capo a Roberto Giachetti e Anna Ascani puo’ contare su 15 deputati e cinque senatori.
Va sottolineato, tuttavia, che non necessariamente tutti gli esponenti dell’una e dell’altra corrente si muoveranno cosi’ come da indicazione dei loro dirigenti di riferimento. Da qui i dubbi sui numeri dell’operazione. Intanto, Giachetti annuncia di voler lasciare la direzione del partito. Una scelta che, stando a quanto scrive su un post Facebook, non ha a che fare con l’operazione di Renzi. “Capisco perfettamente le ragioni per cui abbiamo deciso di fare questo accordo e in cuor mio io, davvero, mi auguro che possa funzionare. Non posso, pero’, rinnegare le mie convinzioni sul Movimento Cinque Stelle e su tutto quello che e’ successo in questi anni perche’ sono cose che a me pesano”, spiega. Una scelta sulla quale il vice segretario vicario del partito, Andrea Orlando, chiede al collega un supplemento di riflessione: “Io penso che per guidare un percorso come quello che ci attende serva il contributo di chi ne diffida e persino di chi e’ stato contrario. Per questo spero che Roberto Giachetti ci ripensi e rimanga in direzione”.