Poi, ha sottolineato come, fino ad oggi, “tutti gli impegni fiscali presi” dal governo siano stati onorati: “Ottanta euro, Imu, tasse agricole, il super ammortamento, tutto quello che avevamo promesso dal punto di vista fiscale lo abbiamo fatto. L’economia va un po’ meglio, ma ancora non va bene. La macchina ha ancora il freno a mano tirato”. Poi il messaggio alla minoranza del suo partito: “L’ultimo anno siamo stati piu’ prudenti della realta’, perche’ alla fine i dati sono andati meglio di come li avevamo preventivati. Sono previsioni: vedremo fra un anno chi sbaglia”, ha avvertito ricordando i dati Istat che, alcuni giorni fa, hanno fatto registrare una crescita migliore delle stime per il 2014. “Detto questo, stiamo parlando di decimali di differenza”, ha sottolineato ancora, “e tutte le volte e’ la stessa solfa. Riusciranno ad avere le coperture e a fare cio’ che avevano promesso? Per il momento, le coperture, le abbiamo sempre trovate”. Tuttavia, il Def e le polemiche di cui e’ oggetto non sono l’unico tavolo di confronto tra Renzi e la minoranza del suo partito. Alla Camera, ieri, si e’ molto parlato anche delle eventuali modifiche da apportare alla legge elettorale, condizione necessaria per portare la sinistra dem nel campo del Si’. Il vice segretario Lorenzo Guerini ha rimarcato, ancora una volta, che il Pd e’ aperto alla discussione, purche’ si mantengano i ‘pilastri’ della governabilita’ e della rappresentanza contenuti nella legge cosi’ come e’ oggi. “I cittadini devono potere scegliere non solo chi li rappresenta, ma anche chi li governa”.
Ma proprio contro “il governo eletto direttamente” si scaglia la minoranza dem che chiede la cancellazione del doppio turno e un premio alla coalizione o alla lista piu’ basso. “La proposta del Mattarellum 2.0”, spiega un esponente di primo piano della minoranza Pd, “non e’ chiusa, ma vuole essere un punto di partenza. Quello su cui ci concentriamo e’ che la legge elettorale non deve prevedere l’elezione diretta del governo. Per fare questo occorre che venga tolto il ballottaggio e che non ci sia un premio di maggioranza cosi’ corposo”. Fatte queste modifiche, per la minoranza dem, ci potrebbe essere anche il sostegno al Si’ al referendum: “La riforma, per come e’ stata pensata, ribadisce l’assetto parlamentare mentre la legge elettorale va in direzione opposta, verso un assetto presidenzialista”. Per il momento, pero’, ne’ la minoranza Pd ne’ il governo sembrano intenzionati a fare la prima mossa: “Per noi tocca al governo”, ripete la sinistra del partito: “Hanno approvato l’Italicum a colpi di maggioranza e adesso non ci vengano a raccontare che il governo non si muove perche’ e’ un tema che riguarda il Parlamento”. Matteo Renzi, pero’, ha gia’ fatto sapere di aspettare delle proposte e su quale il Pd, non il governo, discutera’ “dentro e fuori il partito, con tutte le forze parlamentari”.