Paolo Gentiloni e Elly Schlein
Il piano ReArm di Ursula Von der Leyen divide il Pd. Da una parte Paolo Gentiloni, ex commissario Ue all’Economia, che benedice la proposta come “un primo passo nella giusta direzione”. Dall’altra Elly Schlein, segretaria dem, che la boccia senza mezzi termini: “Non è la strada per l’Europa.” Una frattura interna che esplode in pieno giorno, mentre l’Ue cerca risposte al taglio degli aiuti Usa all’Ucraina e al crollo delle borse per le guerre dei dazi.
Intervenuto a Radio Anch’io su Rai Radio 1, Gentiloni difende il progetto della presidente della Commissione Europea: 150 miliardi di eurobond per una difesa comune e deroghe alle regole di bilancio Ue. “È un segnale positivo in ore difficili,” ha dichiarato, pur con una riserva: “Può essere migliorato, vedremo i risultati.” Per l’ex premier, il ReArm è una sveglia per un’Europa che non può più dormire sonni tranquilli. “Trump potrebbe darci la scossa,” ha aggiunto, sottolineando l’urgenza di non delegare solo agli Usa la difesa di pace e libertà.
Di tutt’altro avviso Schlein, che attacca frontalmente: “Serve una difesa comune, non un riarmo nazionale. Sono due cose diverse”. Per la segretaria, il piano è un errore di rotta, lontano dall’idea di un’Europa unita e solidale. Gentiloni non ci sta e risponde, alzando un muro contro le accuse di bellicismo: “Dire che va affinato è una cosa, dipingere l’Europa come guerrafondaia è un’altra”. Una stoccata velata alla leader dem, rea – secondo lui – di cavalcare titoli sensazionalisti. Il nodo della discordia? Il fondo da 150 miliardi e le clausole di flessibilità.
Gentiloni lo vede come un passo avanti, in linea con quanto chiesto anche dal Pd negli ultimi mesi: un meccanismo che aggiri l’unanimità dei 27. Ma avverte: “Serve coordinamento, o la deroga nazionale rischia di esporre i conti pubblici, come quelli italiani.” Schlein, invece, insiste su una visione diversa: no al riarmo, sì a una difesa condivisa che non passi per prestiti e deroghe a macchia di leopardo. Sullo sfondo, la crisi dell’Occidente. “È malato, non morto” dice Gentiloni, che invita a non fare gli struzzi: “Negare il caos globale è da sonnambuli“. Un appello che non sembra convincere Schlein, ferma nel rigettare il ReArm come una falsa soluzione. Il Pd si spacca, e l’Italia – chiamata a dire la sua – resta spettatrice di un duello interno che promette scintille.