LO SCORSO ANNO L’anno scorso l’ulteriore accelerazione. A inizio 2014 la Shenzen Marisfrolg Fashion rileva la casa di Moda Krizia. Poco dopo entrano in campo i big dell’economia di Stato del Dragone. China State Grid stacca un assegno da 2,1 miliardi di euro per il 35% di Cdp Reti (che controlla Snam e Terna). Cdp cede poi il 40% di Ansaldo Energia (ex Finmeccanica) per 400 milioni di euro a Shanghai Enectric. E fino all’ultimo i cinesi sono in corsa per il settore ferroviario di Finmeccanica, andato poi ai giapponesi di Hitachi. A primavera entra in scena a Piazza Affari People Bank of China, ribattezzata “Mister 2%” con una serie di acquisizioni di partecipazioni nel Gotha della borsa di Milano, superando di slancio la banca centrale norvegese e avvicinando il fondo Blackrock nella classifica dei grandi investitori azionari in Italia. People Bank of China tra primavera dell’anno scorso e inizio 2015 investe circa 3,7 miliardi di euro acquistando quote del 2% in Eni, Enel, Generali, Telecom, Prysmian, Saipem e Terna. Potrebbero esserci poi altre partecipazioni sotto la soglia del 2% che non devono essere comunicate a Consob. E acquistare quote poco sopra il 2% significa voler farsi notare. Il bilancio per la banca centrale cinese è molto positivo. Grazie al rialzo di Piazza Affari, le quote detenute nelle società italiane presentano (ai valori odierni) una plusvalenza potenziale intorno ai 600 milioni di euro.
ENERGIA E MECCANICA Il forte impulso agli investimenti cinesi in Italia e in Europa è in controtendenza rispetto al flusso complessivo cinese. Nei primi nove mesi del 2014 gli investimenti cinesi all’estero sono scesi del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sfiorando i 70 miliardi di dollari, di cui il 75% in partecipazioni azionarie che hanno interessato quasi 3mila imprese in 146 paesi, ed è di tutta evidenza l’incidenza dello shopping in Italia (quasi il 10% del totale). Nel resto del vecchio continente non mancano operazione di un certo clamore come l’ingresso di Dongfeng nel gruppo Peugeot. Ma l’interesse di Pechino per l’Italia va oltre la campagna acquisti di aziende e partecipazioni. A ottobre il premier cinese Li Keqiang arriva a Roma per la prima volta e incontra il presidente del consiglio Matteo Renzi per firmare a Palazzo Chigi una nutrita lista di accordi economici. Tra i principali: l’intesa da 3 miliardi di euro tra Cdp e China Development Bank per investimenti congiunti in Italia e in Cina; un memorandum d’intesa da un miliardo di euro tra Fondo Strategico Italiano e China Investment Corporation. E poi accordi tra Enel e Bank of China, Finmeccanica e Beijing General Aviation, Intesa Sanpaolo e la banca per l’import-export cinese.