Carri armati, missili balistici intercontinentali, mezzi blindati, droni, sottomarini senza pilota. E migliaia di uomini. Per celebrare i primi 70 anni della Cina popolare, Pechino decide di mostrare i muscoli, offrendo al mondo la visione della sua straordinaria potenza militare. Nella capitale si celebra l’evento con la più grande parata di uomini e mezzi mai avvenuta nel Paese. Una cerimonia che si riflette negli occhi e nelle parole d’orgoglio del presidente Xi Jinping.
Il capo dello Stato passa in rassegna le forze dispiegate a Piazza Tienanmen e invia un messaggio chiaro alla nazione. A intenderlo, però, – nelle intenzioni della Cina – devono essere soprattutto i nemici della Repubblica popolare e i manifestanti di Hong Kong, che anche oggi sono scesi in strada contro Pechino e per la democrazia: “Nessuna forza può scuotere la Cina o fermare il popolo e la nazione cinese dal marciare in avanti”, afferma fiero Xi, prima di ricordare le “grandi conquiste” compiute dal popolo cinese e dai suoi gruppi etnici, conquiste che “sbalordiscono il mondo negli ultimi 70 anni con sfozi concertati e una dura battaglia”.
Secondo il ministero della Difesa Nazionale, su piazza Tienanmen sono impegnati circa 15.000 militari, 580 mezzi ed equipaggiamenti e 160 aerei. Tra i sistemi d’arma ci sono i missili intercontinentali Df-41, capaci di trasportare fino a dieci testate nucleari, e i missili supersonici Df58 e Df-17, in grado di volare a una velocità cinque volte superiore a quella del suono, evitando di essere identificati dai radar. La parata prevede anche una parte più gioiosa, che i vertici di Pechino hanno definito uno “spettacolo felice e vivace”, che coinvolge circa 100.000 civili, artisti su carri allegorici, agricoltori, insegnanti, medici, studenti.
In chiusura, nella serata cinese, è previsto anche uno spettacolo di gala in piazza. La cerimonia è stata aperta a funzionari, membri selezionati della Repubblica popolare e ospiti stranieri, ma è seguita da milioni di persone in tutto il Paese. Durante la fase di preparazione, Pechino ha imposto per settimane severi controlli su droni, aquiloni e persino piccioni viaggiatori, banditi dall’area delle celebrazioni. La censura dei media – sempre severa in Cina – è stata ulteriormente rafforzata, con le emittenti che hanno mandato in onda un elenco prestabilito di programmi; su internet, sono state rimosse tutte le parole di critica nei confronti del Partito Comunista e dei suoi leader.
Un intervento che, però, non è riuscito a interrompere il grido di protesta dei manifestanti a Hong Kong. E così, mentre a Pechino Xi ricorda che bisogna “rimanere impegnati nella strategia di riunificazione pacifica, di un Paese e due sistemi”, e che Pechino continuerà a rimanere impegnata nel tentativo di unire “l’intero Paese”, nell’ex colonia britannica la polizia usa le maniere forti e lancia lacrimogeni contro chi ha deciso di scendere in piazza. A Hong Kong, già delle prime ore di oggi, le autorità hanno scelto di intensificare i controlli d’identità e i pattugliamenti in strada e sulla rete dei trasporti pubblici. Più di una decina di stazioni della metropolitana sono state chiuse nel tentativo di impedire agli attivisti di rovinare la festa e sporcare l’immagine della Cina. “Giornata della tristezza”, l’hanno definita i manifestanti nella metropoli, che da mesi denunciano l’erosione delle libertà individuali e le loro violazioni.
Un nutrito gruppo, tra loro, ha formato una sorta di linea di difesa con ombrelli e barriere davanti alla polizia. In pieno centro, migliaia di persone vestite di nero stanno sfidando il divieto di scendere in piazza imposto dalle autorità, mentre un clima di grande tensione si respira anche in altri quartieri della città. Secondo il South China Morning Post, una persona sarebbe stata raggiunta da colpi d’arma da fuoco sparati dagli agenti nella penisola di Kowloon, mentre alcuni poliziotti sarebbero stati colpiti al volto e avrebbero puntato le armi ad altezza uomo contro un gruppo di attivisti scalmanati. Una tensione che non ha risparmiato gli edifici pubblici. La segreteria dell’Assemblea nazionale, il Parlamento di Hong Kong, ha emesso un ordine di evacuazione della struttura temendo il peggio. askanews