Nemmeno le ultime proposte del governo sul dossier della previdenza riescono a compattare il fronte dei sindacati confederali. Il premier Paolo Gentiloni all’incontro conclusivo ha assicurato che il governo si impegna a tradurre in un emendamento alla legge di Bilancio il documento finale sulle pensioni e “più forte sarà il sostegno delle organizzazioni sindacali, più forte sarà questo pacchetto di misure e più blindato sarà in Parlamento”. Al termine del vertice, invece, i sindacati mantengono giudizi profondamente divisi, tanto che il documento non è stato sottoposto alla firma. No della Cgil che ha già indetto una prima iniziativa di mobilitazione per sabato 2 dicembre. Giudizio positivo della Cisl e un “ni” della Uil, che considera ancora aperta la vertenza sul tema previdenza: “Ad oggi il giudizio sarebbe negativo – ha detto il segretario generale Carmelo Barbagallo – anche se abbiamo fatto il massimo possibile con le limitate risorse”. La palla ora passa al Parlamento che “è sovrano”, e che “potrà ampiamente migliorare la proposta del governo – ha detto Susanna Camusso – introducendo elementi di prospettiva che oggi non ci sono”. La Cgil critica il documento dell’esecutivo anche nella filosofia. “La fase 2 doveva correggere le iniquità – ha detto – invece siamo di nuovo in presenza di piccoli interventi, di deroghe che rendono incerto il sistema previdenziale”.
Era comunque un’impresa complicata, per il governo, incassare l’adesione della Cgil sul documento. Il sindacato guidato dalla Camusso aveva posto come punti cardine lo stop dell’automatismo dell’età pensionabile e l’introduzione di meccanismi per tutelare il percorso previdenziale di giovani e donne. Ma già dal primo vertice a Palazzo Chigi, l’esecutivo aveva escluso il superamento dell’automatismo, considerandolo uno dei pilastri della riforma. Giudizio positivo invece quello della Cisl. Il percorso prospettato dal governo e la sintesi del lavoro svolto da tanti mesi sono “assolutamente positivi e diamo un giudizio positivo del percorso e del lavoro fatto” ha affermato la segretaria generale, Annamaria Furlan, che allarga la visione al complesso delle misure contenute nella manovra. “In questa finanziaria da 20 miliardi – ha indicato – 15 servono per disinnescare le clausole di salvaguardia e il resto va su temi sociali importanti”. Furlan ricorda il rinnovo del contratto degli statali, il reddito di inclusione, la decontribuzione per i giovani. “Possiamo mettere in sicurezza altre risorse senza ulteriori rinvii”.
Il governo presenterà ora un emendamento alla manovra per tradurre la proposta presentata ai sindacati. Proposta che nell’ultimo incontro è stata arricchita con l’allargamento dei requisiti di accesso all`Ape social per le lavoratrici con figli (oltre il bonus contributivo di 6 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni, già previsto in manovra), ma solo utilizzando i risparmi 2017. Un impegno di principio su interventi a favore della “sostenibilità sociale dei trattamenti pensionistici destinati ai giovani” e ampliamento delle maglie dei siderurgici, (di prima e seconda fusione e del vetro addetti ai lavori ad alte temperature non già ricompresi tra gli usuranti) tra le categorie di lavoratori gravosi esentati dall`aumento automatico dall`età pensionabile. Un pacchetto dunque più robusto. Negli ultimi tre incontri sulle pensioni a Palazzo Chigi il governo è partito con un documento di sette misure ed è arrivato a 12. Ma senza un sostegno compatto del sindacato, l’emendamento dell’esecutivo dovrà fare i conti con la volontà di modifiche da parte delle forze politiche. “Confidiamo che il Parlamento migliori la proposta – ha detto Barbagallo – noi vigileremo affinché non peggiori le cose”. Per Susanna Camusso si potrà misurare la coerenza di chi si è espresso a favore di certi interventi per l’equità e per dare certezze a donne e giovani. Sinistra Italiana hà già annunciato che il 2 dicembre sarà in piazza al fianco della Cgil. Le prime indicazioni di Mdp sono orientate a modificare la proposta del governo mentre dal Pd il giudizio è positivo.