Sconto fino a 2 anni per donne

Sconto fino a 2 anni per donne
8 settembre 2017

Il governo pensa di allargare la platea delle donne che possono fare ricorso all’Ape social. L’idea è quella di concedere sei mesi di sconto sui contributi per ciascun figlio con un tetto complessivo di due anni. Una posizione che è stata espressa al tavolo con Cgil, Cisl e Uil che si è svolto al ministero del Lavoro. Il ministro Giuliano Poletti, al termine della riunione, ha spiegato che la proposta mira a riequilibrare le domande presentate dagli uomini, che sono nettamente prevalenti, rispetto a quelle delle donne che sono in numero “significativamente più basso in ragione della carriera e dei versamenti previdenziali e contributivi”. Critici Cgil, Cisl e Uil secondo cui la proposta è quanto meno “minimalista” e non risponde alle questioni legate al lavoro di cura né alla maternità in generale. Non solo, si fa notare che le risorse non sono state quantificate dall’esecutivo che ha solo detto che verrebbero aumentate. Il governo stima che con questo intervento aumenterà l’incidenza delle domande presentate dalle donne che oggi ammontano a circa 11mila e che rappresentano il 29% del totale.

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Con lo sconto ipotizzato si passerebbe a circa il 40% di domande femminili con un incremento di 4mila unità. Per la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, è necessario avere invece una “misura universale” in grado di valorizzare il lavoro di cura che svolgono prevalentemente le donne che prima di colpo, di cinque anni, e nei prossimi 12 mesi se la vedranno aumentare ulteriormente di un anno e poi di cinque mesi. Il governo – ha sottolineato – ha fatto una proposta che definire minimalista è poco”. Secondo la leader della Cisl, Annamaria Furlan, la proposta avanzata al tavolo è “importante” ma “non risolve il tema” e allora “sarebbe meglio rimettere mano alla legge Dini e a quella norma che prevede 4 mesi di sconto con un limite di un anno per le donne che usufruiscono di una pensione interamente contributiva” aumentandone il tempo e ampliando la platea a tutte le donne madri che lavorano. “La proposta che abbiamo avanzato e che affineremo e porteremo al governo è se questo tipo di risposta, magari alzandolo un po’, la possiamo estendere a tutte le donne lavoratrici madri”.

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