Gli ultimi anni hanno visto sempre di più l’affermarsi delle criptovalute: monete virtuali che vengono criptate dietro un determinato codice. Le criptovalute sono state concepite per essere utilizzate:
Le criptovalute più note sono sicuramente il Bitcoin e l’Ethereum: quest’ultimo, rispetto al più rinomato Bitcoin è stato sviluppato sono nel 2014 ed è quindi in circolazione da meno tempo. L’Ethereum, di fatto, costituisce però l’evoluzione del Bitcoin in quanto è stato pensato per garantire livelli di sicurezza ancora maggiori. Ciò avviene per merito di un sistema di condivisione che si ispira al funzionamento del peer-to-peer. Ne deriva che rispetto al Bitcoin le informazioni non vengono gestite da un unico (o unico gruppo) di server, venendo bensì condivise su più punti nello stesso istante. In tal modo viene ridotta al minimo la possibilità che gli hacker possano riuscire a penetrare nel circuito modificandone i dati.
È notizia di questi giorni che sia il Bitcoin che l’Ethereum stiano subendo delle grosse perdite di valore, con relativa preoccupazione di tutti gli investitori. La causa principale dell’andamento incostante delle criptovalute in oggetto è rintracciabile all’incertezza giuridica che caratterizza il cripto-mercato.
Lo scopo delle criptomonete, infatti, è proprio quello di bypassare i tradizionali canali di gestione e distribuzione del denaro. In un tale contesto il singolo detentore di criptomoneta può influire in modo significativo sulla vita della valuta stessa, molto più di quanto non possa fare oggi.
La finalità è per l’appunto quella di rendere parimenti influenti nel processo decisionale sia i piccoli che i grandi detentori di valuta. Ne deriva l’inevitabile ostracismo dei più grandi istituiti bancari a livello mondiale che, preoccupati di perdere potere nel lungo periodo, cercano in ogni modo di difendere i propri interessi economici.
Dati alla mano, considerando i grafici che prendono in considerazione l’andamento dell’Ethereum negli ultimi anni, possiamo vedere come a periodi di flessione siano sempre seguiti periodi di ripresa. Se è pur vero che nell’ultimo anno, anche a causa dell’incostante andamento del Bitcoin, il titolo ha fatto registrare una perdita di circa il 25%, è altrettanto vero che il valore attuale è decisamente più alto di quello di due anni fa. Se l’Ethereum continua a far registrare delle perdite significative è a causa, presumibilmente, dell’apparente ripensamento di Goldman Sachs riguardo all’idea di creare un trading desk riservato al denaro digitale.
L’incertezza sul futuro della criptomoneta è sicuramente fonte di preoccupazione ma, al momento, investire nell’Ethereum sembra poter essere un rischio calcolato che, in breve tempo, potrebbe pagare i suoi dividendi agli investitori di tutto il mondo, così come suggerisce l’analisi dell’andamento della moneta basata sui grafici pregressi.