Perquisiti immobili di Contrada, sequestrati documenti e foto
La difesa dell’ex numero tre del Sisde: “E’ una persecuzione giudiziaria”. La lettera indirizzata al pm Nino Di Matteo
Sono stati sequestrati album fotografici, lettere e verbali nel corso delle perquisizioni che hanno interessato l’abitazione e due immobili nella disponibilita’ di Bruno Contrada e che sono state eseguite dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo, su mandato della Procura generale, che ha avocato l’inchiesta sull’omicidio del poliziotto Antonino Agostino, ucciso con la moglie Ida Castellucci il 5 agosto 1989.
Contrada, condannato a 10 anni per associazione mafiosa (sentenza poi dichiarata ineseguibile), non e’ indagato ma era intercettato e l’anno scorso avrebbe fatto riferimento, in un colloquio in casa sua, col figlio, a fascicoli che ancora custodirebbe. Da qui l’esigenza del pg Domenico Gozzo di far controllare dalla Dia se tenesse vecchie carte. Sono stati cosi’ sequestrati album di vecchie foto che ritraggono Contrada, all’epoca vice, con il capo della Squadra mobile di Palermo Boris Giuliano, ucciso il 21 luglio 1979 da Cosa nostra, il verbale della deposizione resa nel suo processo per mafia da un ex collega di Contrada. Prelevata pure una lettera, mai spedita, indirizzata al pm Nino Di Matteo, in cui l’ex numero tre del Sisde aveva abbozzato solo l’inizio, per tentare di chiarire alcuni aspetti della sua deposizione sul delitto Agostino. Di Matteo, col collega Francesco Del Bene (entrambi sono oggi alla Dna, a Roma) aveva coordinato le indagini, chiedendo l’archiviazione, e a quel punto la Procura generale, diretta da Roberto Scarpinato, era intervenuta avocando il fascicolo.
L’obiettivo della perquisizione di ieri e’ capire se Contrada tenga ancora documenti (appunti, fotografie, atti ufficiali, files) riguardanti i suoi rapporti con Guido Paolilli, ex agente oggi in pensione, a suo tempo indagato per il depistaggio delle indagini sul duplice delitto Agostino-Castelluccio. Oggetto delle verifiche pure i rapporti tra Contrada e Giovanni Aiello, altro ex agente, chiamato “Faccia da mostro” e morto nel 2016, e l’eventuale coinvolgimento di Agostino in attivita’ di ricerca di latitanti e altre attivita’ extraistituzionali. Duro il difensore di Bruno Contrada, l’avvocato Stefano Giordano: “E’ una persecuzione giudiziaria che va avanti da anni. Attendiamo che finisca, ma e’ evidente che a un anno dalla sentenza della Cassazione, che ha revocato la condanna di Contrada, qualcuno ha dimenticato che il mio assistito e’ e rimane un uomo innocente e incensurato”.
Il 7 luglio scorso la Cassazione aveva dichiarato la condanna “ineseguibile e improduttiva di effetti penali”, annullando senza rinvio un’ordinanza della Corte d’appello di Palermo dell’11 ottobre 2016, relativa all’applicabilita’ di una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo. L’ex superpoliziotto, secondo i giudici di Strasburgo, e’ stato condannato in Italia per concorso esterno in associazione mafiosa, in base a una “fattispecie criminosa la cui evoluzione interpretativa sarebbe stata il risultato di un controverso dibattito giurisprudenziale, consolidatosi solo successivamente ai fatti oggetto di contestazione e, quindi, la sua applicazione sarebbe stata, per l’imputato Contrada, assolutamente imprevedibile ed incerta”. Contrada, che ebbe 10 anni, con una sentenza divenuta irrevocabile il 10 maggio 2007, sconto’ gran parte della pena tra carcere e detenzione domiciliare. Il successivo 14 ottobre, quale effetto della sentenza della Cassazione, il capo della polizia ha revocato il provvedimento di destituzione di Contrada.[irp]