“Vedevo mio papà che tirava i tonni, ma non potevo pensare che la pesca del tonno avesse tanta adrenalina”: Gioacchino Cataldo è una leggenda vivente. Ultimo raìs della mattanza di Favignana, per oltre trent’anni si è dedicato alla pesca del tonno, perpetuando una tradizione millenaria che fino al 2007, anno della sua messa al bando, ha trovato alle Egadi uno dei teatri più suggestivi. “C’è il sangue, ma non è uno spettacolo di sangue, è una pesca. Il tonno è mio amico, io lo pesco, perché o veniva lui o andavo via io”. Profondo conoscitore del mare, Gioacchino racconta sempre con grande fascino storie di pesca che si intrecciano con la sua vita indissolubilmente legata al tonno. Una vera scoperta all’interno del distretto turistico Antichi mestieri, sapori e tradizioni popolari di Sicilia.
“I miei migliori amici sono i gabbiani: appena arrivo all’altro porticciolo loro mi salutano, mi circondano”, ha raccontato. Mole imponente e fisico forgiato dal sale, Cataldo svolge un’importante attività di divulgatore della conoscenza della mattanza, e delle tradizioni favignanesi, girando scuole e offrendo i suoi consigli agli chef di tutto il mondo su come cucinare il tonno. “Quando io faccio da cicerone nelle scuole elementari, medie e istituti alberghieri. Insegno come si cucina il tonno, qual è la parte migliore del tonno per farlo in un modo o nell’altro”, ha rivelato. Un impegno che gli è valso, nel 2006, l’inserimento nella lista dei “Tesori Umani Viventi” del Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia, con il placet dell Unesco. “Io che non sono un biologo ho messo negli ultimi trent’anni in difficoltà dei biologi marini su tutto. Perché sotto i miei occhi non passa niente inosservato, né i movimento dei tonni, né quando fanno l’amore e nemmeno le donne, sotto i miei occhi, non passa nessuna donna inosservata in piazza”, ha scherzato.