Pezzi di Ncd si ribellano ad Alfano: “Subito congressi o lasciamo”
Nuovo centrodestra nella bufera. Il ministro Lorenzin strizza l’occhio a Renzi e intanto il partito romano è sul piede di guerra. di Daniele Di Mario
di Daniele Di Mario
Nonostante l’incontro durato un’ora e mezza con il premier Matteo Renzi a Palazzo Chigi sia andato benino e abbia riportato la pace dopo le frizioni con il Pd in occasione dell’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale, Angelino Alfano non può dormire sonni tranquilli. Nella Capitale, infatti, il partito non tiene, o almeno non così. Gli esponenti locali di Ncd chiedono un cambio di passo. Venerdì scorso la corrente che fa riferimento al deputato Gianni Sammarco, i cosiddetti “previtiani”, si è riunita per fare il punto sulla situazione. Ne è uscita una posizione chiara: subito i congressi per dare nuovo impulso al progetto e una linea politiva nuova, anche alla luce della nascita di Area Popolare dopo la fusione dei gruppi parlamentari con quelli dell’Udc. “In quest’anno trascorso dalla nascita del Nuovo Centrodestra – spiega Sammarco – va certamente riconosciuto ad Angelino Alfano e Gaetano Quagliariello l’indubbio merito di aver profuso ogni loro energia per gettare le fondamenta di un partito che è nato durante una congiuntura storico-politica complessa, privilegiando l’interesse del Paese e che, assieme ai colleghi dell’Udc, sta edificando una grande area popolare che possa essere la casa di tutti i moderati. Un’operazione che ha richiesto tempo e lavoro intenso ma che adesso è ormai consolidata con la costituzione di gruppi parlamentari unici. Ritengo sia giunto quindi il momento di dar seguito e piena attuazione ad alcuni punti cardine che ispirarono la nascita di Ncd. Per questa ragione avviare una stagione congressuale è quanto mai necessario per proseguire il cammino nel solco dell’idea, sposata e condivisa da tutti, di strutturare un partito con identità forte, valori precisi e immediatamente riconoscibili, democrazia e partecipazione e dove ogni carica sia frutto del merito e del consenso maturato tra la base”.
L’ULTIMATUM Dietro i toni diplomatici si cela in realtà il malessere per un progetto che non è mai decollato. Il messaggio è chiaro e suona come un ultimatum. Alla riunione hanno partecipato, tra gli altri, gli ex europarlamentari Alfredo Antoniozzi e Alfredo Pallone, il consigliere regionale Pino Cangemi e il capogruppo in Campidoglio Roberto Cantiani. Tutti concordi con Sammarco sulla necessità di un cambio di passo. In caso contrario la rottura sarà inevitabile. Nessuna diaspora verso la Salvini né ritorni in Forza Italia: l’idea di massima è uscire da Ncd per approdare nel gruppo Misto e da lì attendere gli sviluppi politici per ponderare scelte future. “La fase di rodaggio è stata ampiamente superata – dice Cangemi – occorre dare un segnale forte, in particolare ai tanti dirigenti e amministratori locali impegnati a rafforzare la presenza Ncd sul territorio e cementare le basi di un partito nato per dare nuovo slancio al centrodestra e rinnovata fiducia ai tanti elettori che si riconoscono nell’azione e nei valori di Ncd”. “È necessario ripartire da collegialità e meritocrazia che furono i due principi basilari della costituente Ncd ma che purtroppo non sempre sono stati applicati – spiega invece Cantiani – Ora non abbiamo più scuse c’è bisogno di perfezionare l’ossatura del partito, anima, indirizzo e posizionamento, aprendo un dibattito forte tra la base e tutte le cariche interne per dare lo slancio alla fase due. Senza base non ci può essere altezza. Senza un dibatitto all’interno rischiamo di portare in un contenitore molto più piccolo gli stessi mali che hanno devastato l’esperienza del Pdl come la lotta tra correnti”.
FRIBILLAZIONI A Roma Ncd vive la situazione più difficile. Marco Pomarici è già passato con Salvini, l’ex vicesindaco Sveva Belviso ha fondato un suo partito, la portavoce nazionale Barbara Saltamartini ha sbattuto la porta e tra poco lo farà anche Pietro Di Paolo, suo marito e capogruppo in Regione. Il ministro Beatrice Lorenzin – riferiscono autorevoli fonti parlamentari tanto di Ncd quanto del Pd – guarda da tempo a Matteo Renzi come approdo futuro. Il senatore Andrea Augello gioca un’altra partita rivolta verso il centrodestra, Fabrizio Cicchitto battezza Alfio Marchini candidato sindaco in alleanza con FI, Vincenzo Piso attacca un giorno sì e l’altro pure Marino. Così è naturale che c’è chi pretende chiarezza sulla linea politica da intraprendere, anche se il coordinatore Gaetano Quagliariello ribadisce che alle regionali il partito non si alleerà mai con la Lega (e quindi anche con FI?) e perseguirà la strategia di candidature autonome. Quagliariello ribadisce poi che Ncd resterà nel governo per dare nuovo slancio alle riforme e boccia ipotesi di rimpasto nella compagine alfaniana nell’esecutivo. Basterà per evitare nuove defezioni?