Ecco il “piano lupo” del governo che fa infuriare gli ambientalisti
Le Regioni sono pronte a chiedere al Governo di far slittare l’esame del piano lupo in Conferenza Stato-Regioni. Ad annunciarlo è stato il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che questa mattina prima della riunione al Cinsedo ha incontrato una delegazione di ambientalisti. “Chiederò a nome della Conferenza delle Regioni, in Conferenza Stato-Regioni, di rinviare l’approvazione del Piano lupo e delle misure che ne conseguono. Vogliamo approfondire la discussione – ha sottolineato Bonaccini – Credo che il ministro Galletti lo consentirà.
Ci sarà così il tempo per approfondire meglio dal momento che ci sono alcune misure che rischiano di non essere convincenti”. Tra le misure contenute nel piano, quella che ha sollevato le proteste di amministratori locali e degli ambientalisti è quella relativa alla possibilità di prevedere l’abbattimento controllato fino al 5 per cento. In Italia la caccia al lupo è vietata dal 1971. “La misura numero 22 del cosiddetto: ‘Piano per la conservazione del lupo’ prevede la possibilità di ‘prelevare’, ovvero uccidere i lupi. Sembra assurdo, ma purtroppo è proprio così. Sarebbe un passo indietro di decenni, dopo che l’Italia ha tutelato questa specie a rischio di estinzione, per ben 46 anni, meritando anche riconoscimenti internazionali. Questo ottimo risultato, infatti, ha anche contribuito all’incremento del turismo naturalistico nel nostro Paese, in particolare nei parchi naturali, negli agriturismi e nei borghi. La tutela del lupo, dell’orso e di altre specie a rischio di estinzione è stata di beneficio all’Italia” ha detto in una nota Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell’Ambiente.