Politica

Piano Mattei, decreto nel Cdm ne istituirà governance

Domani alle 11 si terrà il pre-consiglio dei ministri, in vista della seduta in programma venerdì. All’ordine del giorno, come previsto, il disegno di legge costituzionale per l’introduzione del premierato, ma anche un decreto legge per il Piano Mattei per l’Africa.  Il decreto – secondo quanto si apprende – traccerà la cornice per la governance del Piano, che dovrebbe essere presentato all’inizio del prossimo anno. 

Saranno coinvolti tutti i Ministeri, la Conferenza delle regioni e delle province autonome, le varie organizzazioni per lo sviluppo, i rappresentati di imprese a partecipazione pubblica, dell`Università, della ricerca, del terzo settore ed esperti di materie che verranno trattate. Scopo della nuova struttura, viene spiegato da fonti di governo – è finalizzare il Piano Mattei e aggiornarlo costantemente d`intesa e con il contributo delle nazioni africane, come più volte sottolineato dal presidente Meloni.

Finora la Tunisia è stato il Paese su cui si sono maggiormente concentrate le iniziative di Meloni a Sud del Mediterraneo. Ed è anche uno dei Paesi dove Eni opera da più tempo, fin dal 1961. Sebbene la produzione petrolifera del Paese sia molto ridotta rispetto a quella dei suoi vicini, la Tunisia riveste comunque un ruolo fondamentale nello scacchiere energetico del Mediterraneo. Il suo territorio è infatti attraversato dal Transmed, il gasdotto costruito e gestito da Eni, che trasporta il gas algerino fino in Italia. La presenza di Eni in Tunisia si concentra soprattutto nella Regione di Tataouine, nell’estremo Sud del Paese. Un triangolo desertico che delimita il confine con Algeria e Libia, sotto cui si trova la metà delle riserve di petrolio e gas tunisine.

 

Cos’è il piano Mattei

Il piano Mattei per l’Africa è un progetto strategico del governo che mira ad un ampio Piano di cooperazione e sviluppo che porta il nome del fondatore dell’Eni, Enrico Mattei. In estrema sintesi, far arrivare dall’Africa più gas e molti meno migranti. Eloquente la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una delle sue tante dichiarazioni in merito: “Oggi abbiamo un problema di approvvigionamento energetico in Europa e l’Africa, è un produttore enorme di energia […] se aiutiamo l’Africa a produrre energia per portarla in Europa possiamo risolvere insieme molti problemi”, ovvero quello delle migrazioni, da un lato, e quello della sicurezza energetica europea, dall’altro. Tornando al Piano Mattei, “la sua formula ebbe successo perché seppe coniugare l’esigenza di una Nazione come l’Italia di rendere sostenibile la sua crescita con quelle degli Stati partner di conoscere una stagione di sviluppo e progresso”, ha detto la premier il 9 settembre scorso, al G20 di New Delhi.

 

La nipote Rosy plaude

 

Un’iniziativa che coglie il plauso della nipote di Mattei, Rosangela Rosy Mattei. La figlia di Italo, il fratello di Enrico, interpellata dall’Adnkronos, elogia il premier. “Il Piano Mattei? Vediamo prima cosa propone Meloni. Certamente la premier va ringraziata, perché è stata la prima a tirare fuori il nome di mio zio. Cosa che non ha fatto la sinistra in tanti anni…”. Per la nipote di Enrico (lo storico presidente dell’Eni morto nel 1962 in un incidente aereo ancora avvolto nel mistero) la Meloni “ha fatto con intelligenza quello che era giusto fare perché ha avuto coraggio nel tirare fuori il nome di Mattei. Io, da partigiana, dico che la sinistra non lo aveva mai fatto prima”.

E aggiunge: “Avrei piacere di incontrare Meloni. Se mi invita, la vedrò volentieri”. Rosy Mattei è presidente femminile dell’Associazione partigiani cristiani, fondata da suo zio nel 1947: “Mi considero una persona di centrosinistra, certamente non di destra, ma devo riconoscere che la Meloni ha avuto coraggio”, ribadisce. Per la nipote del fondatore di Eni “non ha senso parlare di Piano Mattei: io parlerei piuttosto di un metodo Mattei”.

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