Piazza San Carlo, oggi prima udienza preliminare
La sindaca Appendino rischia rinvio a giudizio. Pd: città sia parte civile
Al via oggi all’aula bunker del carcere di Torino l’udienza preliminare per il procedimento riguardante l’ondata di panico, che si scateno’ il 3 giugno 2017, in piazza San Carlo, in occasione della proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid. La serata fini’ in tragedia: 1526 feriti e una donna Erika Pioletti, che mori’ dopo 12 giorni di agonia in ospedale. In piazza si scateno’ un fuggi fuggi, un’ondata di panico, creata, si scopri’ dopo mesi di indagine, da una gang di rapinatori che avevano spruzzato spray al peperoncino.[irp]
Tra i feriti c’e’ chi ha riportato danni permanenti, come Marisa Amato. Stava passeggiando col marito in una via adiacente a piazza San Carlo e fu travolta dalla folla impazzita. Oggi e’ in sedia a rotelle. Tra i 15 che potrebbero essere rinviati a giudizio dal gup Maria Francesca Abenavoli ci sono la sindaca di Torino, Chiara Appendino, il suo ex capo di gabinetto, Paolo Giordana, l’ex questore Angelo Sanna. Disastro, lesioni e omicidio colposo in relazione alle carenze organizzative della manifestazione pubblica sono le accuse sostenute dai pm Vincenzo Pacileo e Antonio Rinaudo. Le richieste di costituzione di parte civile sono circa 350. E per il capogruppo del Pd in consiglio regionale Stefano Lo Russo “la Citta’ di Torino deve costituirsi come parte lesa nel processo, perché ha subito un danno”.
“Rispettiamo il fatto che i Cinquestelle non vogliono, ma non condividiamo. Piazza San Carlo è stata una ferita per la città”, ha aggiunto Lo Russo. Pronta la replica di Valentina Sganga, capogruppo M5S in Consiglio Comunale a Torino: “La tragedia di piazza San Carlo è una vicenda che ha segnato Torino, i torinesi e gli italiani. Alla vigilia dell’udienza preliminare usarla per battaglie politiche, come sta cercando di fare una parte delle opposizioni, è inaccettabile”.[irp]
“Abbiamo cinque imputati del Comune che ragionevolmente avranno cinque linee difensive diverse. Avendo piu’ di 300 querelanti, che tireranno in ballo la Citta’, l’ente dovra’ inevitabilmente costituirsi nel processo e vorrei capire quale sara’ linea di difesa della Citta’. La città deve difendersi a prescindere dall’esito del processo, per questo chiediamo che si costituisca come parte lesa e non solo a tutela di qualcuno”, ha aggiunto l’esponente dem.
“La costituzione come parte civile non è obbligatoria per tutelare” il Comune, ha spiegato Sganga, motivando che “alla fine del processo penale” e’ possibile “agire in sede civile per ottenere il risarcimento danni”. “Anche la Corte dei Conti, in caso di sentenza di condanna passata in giudicato, può agire per ottenere il risarcimento per la Città” ha aggiunto Sganga. “Non ravvisiamo quindi la necessità di intraprendere una procedura nebulosa come quella della nomina di un curatore speciale, né di impegnare l’amministrazione ad agire contro sé stessa in un caso di evidente conflittualità di interesse”, ha proseguito Sganga.