Dal kolossal “Oppenheimer” con cui ha vinto l’Oscar, all’intimismo di un film ambientato negli anni Sessanta della sua Irlanda: non potrebbe esserci differenza maggiore per Cillian Murphy, che torna sul grande schermo con “Piccole cose da nulla” di Tim Mielants, presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma.
Storia di un piccolo imprenditore che si è costruito una vita nella sua cittadina, e si trova di fronte all’abuso delle ragazze madri rinchiuse nel convento locale, schiacciato fra la memoria di sua madre – lui stesso è nato illegittimo – l’ansia per le sue cinque figlie, la paura di sfidare la potenza spirituale ed economica della Chiesa.
Murphy figura nel lungo elenco dei produttori assieme a Matt Demon e Ben Affleck. È una storia che tocca da vicino le sue radici. È attraverso i suoi occhi tormentati che si legge la vicenda; fin troppo intenso, anche per la fotografia che indugia continuamente sul suo viso, ma che riesce a renderlo un lavoratore qualunque, stanco e sporco di carbone nonostante i celebri occhi azzurri.
Tratto dal bellissimo romanzo breve di Claire Keegan, il film era stato selezionato per aprire il 74esimo festival di Berlino ma da allora era rimasto in sospeso. Uscirà nelle sale italiane il 29 novembre.