Scalo Comiso: pensa in grande, ma non decolla

Ripubblichiamo un articolo dello scorso 6 febbraio per riaccendere i riflettori sull’annosa questione dello scalo ibleo, animato in questi ultimi anni più da chiacchiere e proclami che da fatti. Un’infrastruttura che ancora non decolla e che quindi rischia di perdere lo spirito principe con cui è stata creata, ovvero dare un’azione propulsiva all’economia locale che, purtroppo, continua ad essere agonizzante.

 

Per capire l’innesco, la sceneggiatura sull’Aeroporto “V.Magliocco”, una breve traduzione in pagina. Per anni è stato solo un aeroporto molecolare, cioè esistente solo sulla carta o meglio sui conti pubblici, 40milioni di euro spesi. Fiumi di parole, interviste spot e annunci ripetuti, articoli, inaugurazioni da rasentare la caricatura. La gente della provincia di Ragusa, per dirla alla Camilleri, si era propria rotta i “cabasisi”.  L’aeroporto “V.Magliocco” di Comiso, nella Regione e nello Stato delle migliaia di aziende pubbliche e dei milioni di stipendi, aveva assunto il sapore della farsa. Motivo? Occhi smaliziati e gran parte della novellistica e del cosiddetto giornalismo all’ingrosso hanno sottolineato la volontà da parte della SAC, società che gestisce l’aeroporto di Catania, come concorrente agguerrito di Comiso: una storia di campanilismo provinciale, dunque – Catania ha paura che la piccola Comiso gli rubi traffico aereo, e quindi, tramite la sua quota nella società che controlla lo scalo di Comiso (la SOACO), ostacola l’apertura. Da contraltare si cita l’esperienza dell’aeroporto di Trapani: piccolo aeroporto militare, da quando è diventata base di Ryanair nella Sicilia occidentale, cresciuto a tassi mostruosi, Trapani non ostacola il vicino aeroporto di Palermo, poiché posizionato su due segmenti di mercato differenti. Anzi, quando Trapani fu chiuso per favorire le operazioni militari in Libia, il traffico fu deviato su Palermo, che vide un extragettito, mandando così alle ortiche qualsiasi idea di cannibalizzazione. Oggi i trapanesi girano il mondo, e il mondo gira la provincia di Trapani, grazie all’aeroporto gestito da Ryanair, con grande apprezzamento del tessuto economico locale che infatti insiste per la chiusura base militare.

Il 30 maggio 2013 è una data storica per la provincia iblea, per il sud est siciliano. I ritardi accumulati sono stati solo frutto di giochi di potere. Adesso si vola. Chi si lancia alla conquista del mercato isolano e annuncia nuove rotte è la compagnia irlandese Ryanair. Un piano d’espansione che è destinato a rivoluzionare radicalmente la mappa dei voli in Sicilia, potenziando notevolmente i collegamenti dell’isola soprattutto col nord. Il territorio intravvede uno spiraglio di resurrezione. Tutto non sarà più come prima. Opportunità turistiche, occupazionali, di movimentazione cargo. Sembrava che nel giro di qualche settimana anche la crisi economica fosse arginata dal neonato scalo comisano. Una illusoria furbata?  Ma torniamo allo scalo. La crescita di Ryanair a Comiso nel 2014 porterà: 4 nuove rotte per Dublino, Francoforte (Hahn), Kaunas, in Lituania, e Pisa: oltre 250.000 passeggeri in più Ryanair all’anno a Comiso; oltre alle tratte  Roma, Bruxelles, Londra ed ancora Milano (Alitalia). Dal prossimo mese di aprile anche il via ai collegamenti con l’Irlanda.

La crescita di Ryanair a Comiso nel 2014 porterà: 4 nuove rotte per Dublino, Francoforte (Hahn), Kaunas, in Lituania, e Pisa: oltre 250.000 passeggeri in più Ryanair all’anno a Comiso; oltre alle tratte  Roma, Bruxelles, Londra ed ancora Milano (Alitalia). Dal prossimo mese di aprile anche il via ai collegamenti con l’Irlanda.

La regola prevede, in sintonia con il piano dell’Enac, una base minima di un milione di passeggeri l’anno di traffico. L’asticella verrebbe abbassata a 500 mila per gli scali che sono unici nella loro regione oppure funzionali a un territorio caratterizzato da scarsa accessibilità. Infine, potrebbero non essere vincolati strettamente al numero dei passeggeri alcuni aeroporti indispensabili per garantire la continuità territoriale, oppure destinati alla delocalizzazione del traffico dei grandi aeroporti. Applicare questi criteri vorrebbe dire chiudere una buona metà degli scali italiani oggi funzionanti. Ma a Comiso è intervenuto il forziere della Regione in mancanza del quale si sa ci si attaccherebbe alla canna del gas. L’apertura del colosso irlandese a Catania in che modo influenzerà i rapporti con Comiso? Il “fratello maggiore” (Catania, la cui società di gestione detiene il 65% del pacchetto azionario di Soaco) entrerà in conflitto col “fratello minore”?

Rosario Dibennardo, presidente della Soaco, assicura che questo non pregiudicherà il rapporto con Ryanair, “anche perché – spiega – ci sono dei contratti chiari”. Le attuali rotte sono vincolate per due anni. “Per il turismo in Sicilia – commenta Dibennardo – l’apertura di questi nuovi collegamenti è senz’altro positivo. Per Comiso il lavoro continua a prescindere. Le trattative per nuove rotte vanno avanti ugualmente, sia con Ryanair che con le altre compagnie. Siamo in un mercato libero. Continuiamo a perseguire gli obiettivi che ci siamo prefissati: portare a Comiso 350mila passeggeri nel 2014 e aprire nuovi collegamenti, soprattutto internazionali. Non molliamo e non ci abbattiamo. Per quanto riguarda il socio di maggioranza, dovremmo mettere in dubbio la sinergia sin qua perseguita?”.

Ma la polemica si sposta sul web, dove la notizia dell’arrivo imponente di Ryanair a Catania non è passata certo inosservata. Il Comitato “Aeroporto di Comiso”, nato proprio su facebook, avanza non pochi dubbi circa il ruolo marginale riservato a Comiso. “In base a cosa la dirigenza Sac – si chiede il direttivo in una nota – ha accettato le rotte proposte da Ryanair non seguendo la logica tanto decantata di sinergia con Comiso? Ci aspettiamo una reazione forte da parte di Soaco affinché si tratti sempre con più compagnie per diversificare anche a Comiso (non solo a Catania) l’offerta per i passeggeri considerando anche che la maggior parte delle altre tratte nazionali è stata sottratta all’Aeroporto di Comiso, favorendo invece Catania.

L’esigenza di valorizzare il sistema integrato aeroportuale Catania-Comiso, nell’ambito delle linee di indirizzo sul Piano nazionale degli aeroporti formulata al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi prevede l’integrazione degli aeroporti di Catania e Comiso e il loro inserimento nella rete principale degli aeroporti di interesse nazionale. Una esclusione di Comiso dal piano equivarebbe a reggere il proprio destino sugli umori di mamma Regione.
“Sarebbe infatti incomprensibile immaginare – affermano Enzo Taverniti, presidente Sac, Gaetano Mancini, amministratore delegato di Soaco, e lo stesso Dibbennardo – che il sistema aeroportuale della Sicilia Orientale, che serve già oggi oltre 3,3 milioni di siciliani, non venisse inserito tra i nodi principali (core) della rete nazionale. E sarebbe altresì assurdo che l’aeroporto di Comiso, naturale alternato di Catania e con esso integrato in termini complementari per precisa scelta strategica e industriale, non fosse inserito nella rete degli scali di interesse nazionale. Adesso occorre mantenere alta l’attenzione affinché i prossimi passi proseguano lungo questa direzione, facendo sì che la proposta fin qui formulata venga sostenuta anche dal ministro Lupi, per giungere in tempi brevi alla sua definitiva approvazione”. In soldoni questo significa che se Comiso sarà inserito, così come sembra, nel piano nazionale degli aeroporti, la parte dei 4,5 milioni di euro stanziati dalla Regione siciliana e non ancora spesa per i costi Enav, potrà essere utilizzata per implementare i voli.

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