Giuliano Pisapia getta la spugna. “Il mio tentativo non è riuscito ma non sono venute meno le ragioni che lo hanno ispirato. Temo i rischi fortissimi di un Paese nelle mani delle destre o dei populisti e ora c’è solo da sperare che le forze progressiste si ritrovino almeno dopo le elezioni”. E’ amareggiato l’ex sindaco di Milano, al termine del vertice di Campo Progressista che ha sancito la rottura definitiva con il Pd. E cita Brecht: “Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso”. Pisapia non si candiderà alle Politiche. Tuttavia, “non ho cambiato idea: resto convinto che nel vasto campo del centrosinistra sono più le cose che uniscono rispetto a quelle che dividono”. “Le scelte miopi ed egoiste del voto in Sicilia sono la prova certa di esiti disastrosi – puntella -. Resto anche convinto che sia necessario rinnovare radicalmente e dare nuove forme a quella nobile forma di partecipazione che è la politica”. “Ho un grande rammarico: di non essere riuscito – conclude – a dare una ragionevole speranza a quanti – le donne e gli uomini delle Officine, le esperienze politiche, associative laiche e cattoliche, culturali, ecologiste e civiche, che esistono e operano in tutto il territorio – credevano nella possibilità di dare vita a una storia radicalmente inedita e si sono messi in gioco. A loro vorrei dire di non mollare mai”. Gia’ questa mattina gli ex Sel di Campo progressista hanno comunicato a Pisapia la decisione di volersi avvicinare al percorso di Grasso, insieme – questa la posizione espressa – al presidente della Camera Laura Boldrini.
Per tutta la giornata si sono susseguite riunioni alla presenza dell’ex sindaco di Milano. Con il confronto di due schieramenti: da una parte Ferrara, Furfaro, Zaratti; dall’altra Tabacci, Monaco, Catania. I centristi hanno provato ad allungare i tempi della decisione finale, sottolineando la necessita’ di non rompere la tela del dialogo con il Pd, mentre gli ex Sel hanno fatto presente che senza l’ok allo ius soli la posizione elettorale di Campo progressista sarebbe stata piu’ debole. Non posso che prendere atto di queste decisioni, non ci sono piu’ le condizioni per continuare: questa la sintesi di Pisapia che al termine dell’incontro ha messo nero su bianco il suo ragionamento: “Ci abbiamo provato, ho fatto il possibile. Il nostro obiettivo, fin dalla nascita di Campo Progressista, e’ sempre stato quello di costruire un grande e diverso centrosinistra per il futuro del Paese in grado di battere destre e populismi”. Lo stop dello ius soli, ha sostenuto Pisapia con i suoi, e’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, io sono coerente e ne traggo le conclusioni. A parere dell’ex sindaco di Milano, spiega chi ha partecipato alla riunione di oggi, il centrosinistra sara’ costretto a pagare queste divisioni. Al momento, sottolinea un esponente centrista vicino a Pisapia, non ci sono le condizioni per formare una sorta di ‘lista civetta’ al fianco dei dem.
Ed ora all’interno di Campo progressista e’ scontro: “I traditori di Pisapia, quelli legati alla poltroncina, senza un voto e che hanno lavorato in questi giorni per affossare il progetto di Campo progressista, sono finalmente usciti allo scoperto”, e’ l’ira del deputato Ragosta. A sinistra c’e’ chi come i Verdi e il movimento di Civati invitano l’ex sindaco di Milano a non demordere ma la decisione dell’avvocato milanese e’ ormai presa. “La decisione di Pisapia dispiace molto”, dice Zanda mentre nel centrodestra ironizzano sul contemporaneo passo indietro di Pisapia e Alfano nello stesso giorno: “E dopo Bersani, Prodi e Enrico Letta, Renzi fece fuori anche Angelino Alfano e Giuliano Pisapia? Stanno sempre tutti piu’ sereni. Sinistra e Pd sempre piu’ in frantumi”, sostiene Brunetta. “In questo modo andremo a sbattere”, sottolineano dalla minoranza del Pd ma il partito del Nazareno continua per la sua strada e prevede comunque una lista a sinistra, magari guidata dal sindaco di Cagliari Zedda, una formazione centrista con Casini e Lorenzin e la lista di Emma Bonino. Tra gli ex Sel, invece, gia’ Melilla, Bordo, Nicchi e altri avevano aderito al progetto di Grasso e Bersani. ‘Liberi e uguali’ sta lavorando al programma e nei prossimi giorni presentera’ il simbolo.