Pitti Uomo, Save the Duck rinnova la sfida per l’ambiente

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Dal nostro giorno numero 1 siamo nativi come azienda cento per cento animal free, non utilizziamo niente di origine animale. Siamo la prima azienda del sistema fashion in Italia a essere diventati B Corp. Esportiamo in 48 paesi dove il primo mercato è l’America dove facciamo il 30% del totale dei volumi. Quindi siamo una piccola azienda italiana con un grandissimo dna, un dna futuristico, quello della sostenibilità, che riesce a imporsi sul mercato mondiale”. Così il presidente e CEO di Save the Duck Nicolas Bargi, ci guida nello stand di Pitti Uomo 101.

“Per quanto riguarda le materie prime, ovviamente fa parte sempre del dna dell’azienda. Tutte le scelte vengono fatte in termini razionali e quindi si tende sempre a fare una scelta sempre un gradino più alto in termini di sostenibilità, da dove arriva il prodotto, l’origine, il tracciamento. Sono stati tempi duri soprattutto per i materiali riciclati, ma noi sulla nostra storia. Non c’è un futuro diverso secondo noi soprattutto sulle nuove generazioni. Quest’anno compiamo dieci anni”. “Abbiamo una sezione della della collezione dedicata al tema della gender diversity che celebriamo con lo stilista Edward Crutchley, stilista inglese che ne è emblema e Mackintosh, altro brand importante con cui celebriamo l’eco design, cioè creare un capo che abbia poco impatto e una vita duratura.

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