Più soldi ai pensionati e sblocco contratti pubblici, ce n’è per tutti

LE PROMESSE DI RENZI Il premier illustra la prossima legge di Stabilità. E sul referendum: “La data fra il 15 novembre e il 5 dicembre”

renzi

È un Matteo Renzi in formato “elettorale” quello che torna in televisione ospite di Porta a Porta. E non potrebbe essere altrimenti visto che la data del referendum costituzionale si avvicina (anche se non è ancora stata fissata) e il premier ha legato, suo malgrado, la propria sorte a quella della consultazione. Renzi sente sempre più il fiato sul collo, e non solo delle opposizioni, ma soprattutto della minoranza dem che da tempo tenta di metterlo all’angolo. E così il premier lancia un segnale di pace. “Vogliono cambiare la legge elettorale?
Mi va bene. Pronti a cambiarla. Io sono disponibile”, sottolineando che “noi siamo pronti a cambiarlo se ci sono i numeri in Parlamento, sia che la Corte dica sì, sia che dica no”. Così, mentre illustra i contenuto della prossima legge di Stabilità su cui il governo sta lavorando, sfodera tutto il suo catalogo di promesse. Eccolo.

PENSIONI MINIME Si comincia dalle pensioni che, come annunciato in questi giorni da diversi ministri, verranno rimpinguate. Non tutte, ovviamente, solo le minime. “Noi abbiamo dato il primo anno ottanta euro a chi aveva meno di 1.500 euro al mese – spiega Renzi -. L’anno dopo lo abbiamo fatto per le forze dell’ordine e l’esercito. Gli ottanta euro è una misura che cerchiamo di dare come messaggio di equità. Quest’anno ci sarà un intervento di aiuto a chi prende poco di pensione e sarà nella legge di Stabilità 2017. Quando si dice ‘intervento sulle pensioni’ vuol dire che metteremo più denari in tasca a chi di pensione prende poco poco”. Ma non sarà l’unico intervento. L’altra misura sulla pensioni, prosegue il premier, prevede “di dare una mano a chi vuole uscire prima dal lavoro. Tutti quelli che stanno a tre anni dalla pensione possono decidere autonomamente di andarsene, se rinunciano a una piccola somma, che dipende da caso per caso. Ad esempio se uno prende 1500 euro al mese, se accetta di andare con 1470 euro, può andare via prima. È un esempio. Si tratta di una sorta di scivolo. Loro non tirano fuori una lira. Rinunciano a una quota di venti, trenta euro e vanno in pensione un anno prima”. E ricorda che “il governo Prodi aveva fatto una sorta di quattordicesima, per chi prende meno di 750 euro. Pensiamo di ragionare su un’ipotesi del genere”.

CONTRATTI PUBBLICI “Da sette anni i dipendenti pubblici hanno il contratto bloccato – dice Renzi -. Lavoriamo perché nella legge di Stabilità sia sbloccato il loro adeguamento salariale. Lavorare per sbloccare l’adeguamento salariale e del pubblico impiego è il quarto punto di attenzione a quella che io chiamo equità. Noi siamo per l’adeguamento salariale e per il rinnovo del contratto. Siamo pronti a discutere, bisogna legarlo a incentivi di merito”.

PARTIRE IVA Il premier è in serata. E dispensa buone notizie: nella legge di Stabilità, per le partite Iva non iscritte agli ordini “vogliamo far ridurre le aliquote contributive e da questo punto di vista stimiamo che possano avere un risparmio di circa mille euro all’anno. Puntiamo a raggiungere 500 mila partite Iva”.

BONUS INSEGNANTI il premier annuncia anche che “Il bonus continuerà per gli insegnanti e i professori, sarà rinnovato, un piccolo contributo per formarsi. Se fai l’insegnante è giusto che lo Stato riconosca la tua funzione”.

REFERENDUM Ma le promesse, da sole, non bastano. All’inizio dell’avventura del referendum costituzionale Renzi ha legato l’esito del voto alla propria sorte. Un errore ammesso, in ritardo, dallo stesso premier. Che ora a domanda risponde: “Io penso che il referendum lo vinceremo, ma non parlo più di quello che succederà a me in caso di vittoria o di sconfitta. In tanti mi hanno detto che non dovevo personalizzare il referendum. E comunque c’è tanta gente che si preoccupa del futuro dell’Italia. Un sacco di elettori di Grillo, della Lega, di Forza Italia, gente a cui sto cordialmente sulle scatole, voterà sì al referendum”. “Entro il 25 settembre – aggiunge – fisseremo la data del referendum, poi avremo tra 50 e 70 giorni: sarà tra il 15 novembre e il 5 dicembre. Si poteva fare meglio la riforma? Sì, ma perché non si è fatto in 70 anni? In 70 anni non si è riusciti ad eliminare il bicameralismo perfetto. Dopo 70 anni c’è qualcuno che è riuscito a portare a casa il risultato”. Una data è certa: una nuova edizione della Leopolda si farà “qualche settimana prima del referendum, è già fissata”. Poi una frecciata a Massimo D’Alema: “D’Alema è una garanzia. E’ per il no? Non so quanto aiuterà il sì, penso non poco”.

CAOS ROMA Un pensiero anche per quello che sta succedendo nella Capitale: “A me dispiace. Io non dico ‘evviva’ perché vedo gli altri fallire. Virginia Raggi rappresenta Roma. Se lei fa bella figura, fa bella figura Roma. Le scene di queste ore sono francamente indecorose. Ma io personalmente e umanamente sono dispiaciuto. Mi dispiace perché vedo in questa vicenda tante bugie, e non ho mai visto tante bugie tutte insieme. Ma io non festeggio”.