Playboy lascia dopo 66 anni le edicole, causa coronavirus

Epidemia ha acuito la crisi di vendite in cui versava il popolare periodico

Playboy

Tra le vittime del coronavirus c’è anche Playboy, la rivista maschile fondata 66 anni fa da Hugh Hefner, che non distribuirà più un’edizione cartacea a causa dei problemi di fornitura del materiale che hanno esacerbato il calo delle vendite. “La scorsa settimana, man mano che si chiarivano i problemi causati dalla pandemia di coronavirus alla produzione di contenuti e alla catena delle forniture, siamo stati costretti ad accelerare una discussione interna che portavamo avanti da tempo” ha scritto l’ad Ben Kohn in un post su Medium.com. Il magazine era già stato messo in crisi dal proliferare del porno in rete. Fino al 2017 era in edicola una volta al mese ma dall’inizio del 2019 è diventato un trimestrale senza pubblicità. Il numero della primavera 2020 sarà l’ultimo in edicola prima di un’edizione tutta digitale a partire dal prossimo anno. “Negli ultimi 66 anni siamo stati ben più di una rivista e a volte abbiamo lasciato alle spalle il passato per lanciarci nel futuro” ha scritto Kohn, che non ha escluso prossimi “numeri speciali”.

Sulla copertina del primo numero di Playboy nel 1953, che Hefner non datò perchè non era certo di avere il denaro per un secondo numero, c’era Marilyn Monroe nuda.
All’apice delle sua gloria la rivista vendeva sette milioni di numeri al mese, ma era nel mirino dei conservatori. Il ministro della Giustizia del presidente Ronald Reagan, Edwin Meese, fece pressioni sulle catene di drugstore, come 7-Eleven, perchè non mettessero la rivista sugli scaffali delle pubblicazioni in vendita. Hefner è morto nel 2017 e nell’aprile 2019 il figlio Cooper Hefner ha lasciato il gruppo per fondare un’azienda di digital media mirata ai millennial. Ma a dicembre scorso ha annunciato che entrava nella riserva dell’aviazione Usa.