Politecnico di Milano, cure più efficaci con la realtà virtuale

La rivoluzione della Medicina in Silico, primi risultati ricerca VIDEO

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Sta per concludersi un progetto di ricerca internazionale nel campo dell’ingegneria biomedica di cui è partner il Politecnico di Milano. Una ricerca pluriennale che è destinata ad avere effetti dirompenti sulle cure sanitarie, sulla progettazione e l utilizzo efficace dei dispositivi medici. Grazie all implementazione di modelli digitali in grado di sfruttare le grandi capacità di calcolo attuali, gli studi del Laboratorio di meccanica delle strutture biologiche del Politecnico permettono già oggi di simulare a livello virtuale le conseguenze di interventi complessi, di testare l effetto dei farmaci, predire l insorgenza di malattie e di valutare ed eventualmente correggere gli effetti sull organismo “virtuale”, il cosiddetto “digital patient”, di dispositivi biomedici, come una protesi o uno stent, fornendo preziose indicazioni non solo agli specialisti clinici ma anche ai progettisti.

E’ la cosiddetta “Medicina in Silico”, che attraverso il “Paziente digitale” e gli “In silico trials”, è in grado di assicurare un minor dispendio di risorse e minor impiego della sperimentazione animale e umana. Lo spiega Francesco Migliavacca, professore di bioingegneria industriale al Politecnico di Milano, tra i coordinatori del progetto Insist, finanziato dall Unione europea. “Una delle novità è che si riesce facilmente dalle immagini cliniche a realizzare un modello “paziente specifico”, che mi dà delle informazioni che non sono presenti nelle immagini cliniche. Quindi l elaborazione di queste immagini cliniche dà delle informazioni nascoste che vengono rivelate in qualche modo agli operatori. Questo è uno dei vantaggi della medicina in Silico”. Il progetto ha trovato nel trattamento dell’ictus e dell’infarto uno dei suoi campi d applicazione. “In questi tre anni di studio – ha spiegato – che sono stati veramente belli e interessanti perché è un argomento nuovo per la comunità scientifica della modellazione. Il risultato più interessante è stato quello di capire quali sono i fattori anatomici e di composizione, ad esempio del coagulo, che possono influenzare il buon essere operatorio”.

Anna Ramella, dottoranda, descrive il trattamento “virtuale” di un caso di aneurisma dell aorta. “Questa è una simulazione numerica dell impianto dello Stent graft di un aorta idealizzata dove si vede la procedura clinica in cui il dispositivo viene cambiato di forma, crimpato e poi rimuovendo un componente che funge da catetere viene rilasciato nell aorta. La particolarità di questi dispositivi è che sono in grado di riespandersi, andando a occupare tutto il diametro dell aorta partendo da una configurazione che è crimpata con un diametro che è molto minore rispetto a quello del vaso. Da queste simulazioni poi si possono fare molte analisi su come si comporta il dispositivo, sugli sforzi presenti sul dispositivo”. Lo studio, in collaborazione con il Policlinico di Milano, si concluderà ad aprile. Ma ha già destato l interesse degli addetti ai lavori.