Post-corteo per Ramy, vandalismo alla sinagoga di Bologna: Lepore e De Paz chiamano all’unità

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Nella notte scorsa, Bologna ha registrato un episodio di vandalismo contro la Sinagoga della città, nel contesto degli scontri seguiti al corteo per Ramy Elgaml, durante il quale sono rimasti feriti dieci agenti. Il sindaco Matteo Lepore ha denunciato gli atti di violenza e ha espresso la sua solidarietà alla comunità ebraica.

“Particolare preoccupazione va espressa per gli atti vandalici e le minacce contro la Sinagoga di Bologna”, ha dichiarato Lepore. Ha sottolineato che dal primo momento, il personale di Hera e della Polizia Locale è intervenuto per gestire la situazione, lavorando tutta la notte per ripulire e sistemare i danni. “Un lavoro che continuerà anche nella giornata di domenica”, ha aggiunto.

Il sindaco ha poi ringraziato le forze dell’ordine per il loro operato in condizioni difficili, sottolineando la mancanza di una motivazione politica dietro la devastazione. “Non ci sono cause giuste per devastare Bologna”, ha affermato Lepore, chiedendo che i responsabili vengano individuati e denunciati.

La reazione della Comunità ebraica

Daniele De Paz, presidente della Comunità Ebraica di Bologna, ha definito gli atti come un “attacco mirato e programmato” contro la comunità ebraica locale. “Più che di atti vandalici forse dobbiamo parlare di attacco mirato e programmato alla comunità ebraica bolognese”, ha detto De Paz in un’intervista all’Adnkronos. Ha descritto la scena di via de Gombruti, dove sono state trovate scritte di solidarietà a Ramy, transenne divelte e materiale edile sparso in strada.

De Paz ha anche sollevato la questione della bandiera palestinese esposta sul palazzo del Comune di Bologna, chiedendo al sindaco Lepore di rimuoverla. “Questa bandiera è ancora lì. Siamo l’unica città in Italia che espone una bandiera palestinese sul Comune”, ha affermato, suggerendo che tale esposizione ha contribuito a creare tensioni legate al conflitto israelo-palestinese.

“Non ultima la manifestazione per la pace del 1 gennaio a cui abbiamo scelto di non partecipare”, ha ricordato De Paz, sottolineando come questa simbolica esposizione possa avallare reazioni e azioni preoccupanti contro la comunità ebraica. Ha richiesto con forza la rimozione della bandiera per evitare di “mettere in difficoltà tutti e oggi rischia di mettere in pericolo l’incolumità pubblica”.