Postata foto di Salvini con mitra, scoppia la polemica
Lo spin doctor del vicepremier continua a colpire. Pd: “La tragedia di un uomo ridicolo che avverte di aver fallito”
Luca Morisi ha colpito ancora. Lo spin doctor di Matteo Salvini ha pubblicato sul suo profilo Facebook una foto del vicepremier leghista che imbraccia un mitra. Quanto basta per scatenare un putiferio. Come dire, obiettivo raggiunto per il professionista dei social. E dire che lo scatto augura la buona Pasqua a sostenitori (e non) del ministro dell’Interno. Accanto alla foto, lo spin doctor scrive: “Vi siete accorti che fanno di tutto per gettare fango sulla Lega? Si avvicinano le Europee e se ne inventeranno di ogni per fermare il Capitano. Ma noi siamo armati e dotati di elmetto! Avanti tutta, Buona Pasqua”. Apriti cielo.
“C’e’ chi, anche oggi che e’ Pasqua, si arma come Salvini e Morisi. E chi, come noi, difende il diritto, la liberta’ e la democrazia: un’altra Italia c’e'” attacca +Europa su Facebook. “Non c’e’ niente di goliardico nel pubblicare l’immagine del Ministro dell’Interno, Salvini, che imbraccia un mitra, associata ad un avvertimento verbale nei confronti dei nemici politici della Lega. Si e’ oltrepassato ogni limite: Salvini prenda le distanze dal suo collaboratore e lo allontani dal ministero.Se non lo fara’ il Ministro dell’Interno diventera’ complice di una intimidazione nei confronti delle opposizioni che non ha precedenti nella storia dell’Italia repubblicana”. Lo scrive in una nota il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro.
”Se un dipendente del Ministro dell’Interno usa queste parole e conserva il suo posto di lavoro, significa solo una cosa: che Salvini condivide quelle parole. Quella minaccia, per l’esattezza. Di fronte alle difficoltà e agli scandali seri degli ultimi giorni, ho l’impressione che la ”banda Salvini” stia perdendo la testa”. Così Pietro Grasso, senatore di Liberi e Uguali, su Facebook. “Foto di Salvini con il mitra in mano? Il ministro dell’Interno licenzi il suo social manager Morisi. Se un uomo non riesce a mandare un messaggio di pace neppure a Pasqua, non e’ degno di lavorare per le istituzioni”. E’ quanto afferma Stefano Pedica del PD. “Davanti a una iniziativa cosi’ vergognosa – aggiunge Pedica – mi auguro almeno che Salvini si sbrighi a prendere le distanze”.
“La tragedia di un uomo ridicolo che avverte di aver fallito. Ipocrisie per nascondere che in Italia non c’e’ piu’ lavoro”. Cosi’ Paola De Micheli, vicesegretario del Pd, commenta il tweet di Luca Morisi. “Un post grave, inaccettabile e disgustoso, che va portato all’attenzione dei magistrati. Ha ragione Roberto Saviano: Luca Morisi, lo spin doctor di Salvini, incita alla violenza verso gli avversari politici mostrando sui social la foto del ministro dell’Interno armato, con tanto di affermazione in cui sostiene che loro sono ‘armati’ contro gli attacchi. Ci sono davvero i presupposti per il reato di istigazione a delinquere”. Lo dichiara Beatrice Brignone, segretaria di Possibile e candidata di Europa Verde nella circoscrizione Centro alle prossime Europee. “Se questo e’ il livello della propaganda – aggiunge Brignone – c’e’ davvero da preoccuparsi sullo stato di salute della democrazia. La campagna elettorale deve avere dei limiti di buonsenso, proprio quello a cui finge spesso di appellarsi il ministro dell’Interno. Con un sussulto spero che Salvini possa prendere le distanze dal gesto del suo collaboratore. Ma temo che questa assunzione di responsabilita’ non arrivera’ mai”.
“Un consigliere ministeriale del ministro dell’interno non si puo’ permettere di scrivere sui social “noi siamo armati “, postando una foto su Facebook con Salvini con un mitragliatore in mano. Ha lanciato un messaggio minaccioso, pericoloso, istigatore di possibili future violenze”. Lo afferma Nicola Fratoianni de La Sinistra, censurando un post di Luca Morisi, il responsabile della comunicazione di Matteo Salvini, in cui scrive “Vi siete che fanno di tutto per gettare fango sulla Lega? Si avvicinano le Europee e se ne inventeranno di ogni per fermare il Capitano. Ma noi siamo armati e dotati di elmetto! Avanti tutta, Buona Pasqua!”. E sotto il post, Morisi allega una foto del Ministro dell’Interno, con un mitra tra le mani. “Questo Paese – attacca Fratoianni – non puo’ permettersi un personaggio simile al Viminale. Non basta che cancelli il post. Venga subito allontanato”.
– “Salvini e’ in preda a un delirio di onnipotenza: si sente capo del governo, capo delle forze armate, capo della guardia costiera, capo della polizia. Adesso vergognosamente impugna spavaldo un mitra, forse e’ davvero il capo…ma di altro purtroppo..chi indovina?”. Lo afferma il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
CHI E’ LUCA MORISI
Classe 1973, sul suo curriculum. Luca Morisi si definisce “imprenditore, libero professionista e docente universitario, si occupa di tecnologia fin da giovanissimo. Esperto nella progettazione di database, web application e Intranet/Extranet, ha realizzato sistemi informativi ogni giorno utilizzati da migliaia di utenti, in particolare nel campo sanitario (ASL e strutture ospedaliere)”. Il suo nome è associato a quello della famigerata “bestia”, un sistema informativo personalizzato di cui è il principale artefice, e che racchiude tutto il meccanismo di viralità e socialità della presenza sul web di Salvini. Secondo i ben informati è lui ad aver inventato l’epiteto “capitano” con cui viene chiamato Salvini dai suoi.
Il suo regno è certamente Facebook, dove cattura il consenso dei cittadini, e li spinge ad abboccare a una propaganda precisa e capillare. Oggi la pagina Facebook di Salvini conta oltre 3 milioni di follower, frutto di 4 anni di massiccio impegno rivolto ad “accarezzare”, più o meno forzatamente, l’algoritmo del social network di Zuckerberg. Un livello di engagement da fare invidia ai leader di mezzo mondo. Il ruolo di Luca Morisi non si limita però a quello tecnico, ma entra nel vivo dei messaggi politici più forti del momento, da suggerire al capo. Messaggi politici che spesso hanno un unico filo conduttore: neri, clandestini, immigrati. Messaggi intervallati da contenuti incentrati sulla ridicolizzazione degli avversari politici da una parte e l’esaltazione della figura, e del corpo del capitano, dall’altra.