Premi a pioggia ai dipendenti del comune di Roma, la Raggi cerca 340 milioni per le sanzioni
L’INCONTRO CON DE VINCENTI La sindaca intende recuperare questi fondi utilizzando le economie di gestione maturate con il piano di riequilibrio triennale
C’è un assegno di 340 milioni di euro che “balla” nella trattativa che il Campidoglio sta portando avanti con Palazzo Chigi per coprire gli extra costi del salario accessorio. Si tratta del conto dei cosiddetti premi a pioggia, erogati alla gran parte degli oltre 23mila dipendenti capitolini negli anni che vanno dal 2008 al 2012, che sono stati sanzionati dagli ispettori del Mef. La sindaca Virginia Raggi, insieme all`assessore al Bilancio Andrea Mazzillo, al Ragioniere generale di Roma Capitale Stefano Fermante, al Delegato alle politiche del personale Antonio De Santis e al Capo dipartimento per le risorse umane di Roma Capitale Raffaele Marra, questa mattina si è chiusa per due ore nell’ufficio del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti. Per le anemiche casse del Campidoglio c’è da sistemare la procedura di restituzione di queste somme (già avviata nei mesi scorsi dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca): un impegno economico che va reso compatibile con la gestione corrente del bilancio e con il piano triennale per la riduzione del disavanzo del Comune di Roma.
La sindaca, al termine della riunione di Palazzo Chigi, ha spiegato che la soluzione proposta dal Comune per il salario accessorio “è quella di effettuare il pagamento utilizzando un meccanismo che ci viene concesso, visto che siamo riusciti a fare delle economie di gestione”. L’amministrazione capitolina ha in sostanza messo a punto una proposta che prevedrebbe il recupero dei fondi per il salario accessorio utilizzando le economie di gestione maturate con il piano di riequilibrio triennale che prevede tagli alla spesa per 440 milioni. In questo contesto di trattativa, che riguarda il recupero dei fondi pregressi e che ora passa dal tavolo politico a quello dei tecnici, s’inserisce l’inasprimento della posizione dei sindacati che lamentano il mancato pagamento del salario accessorio del 2015. Si tratta della parte variabile della busta paga dei dipendenti capitolini, per la quale il Campidoglio stanzia in ogni bilancio un fondo annuale di circa 157 milioni di euro. Le quote di produttività riferite al 2015, sospese dal prefetto Tronca e che la sindaca Raggi ad oggi non ha ancora sbloccato, erano previste dal provvedimento firmato dall’ex sindaco Marino. In attesa dell’incontro in programma il 21 ottobre, i sindacati hanno minacciato un ricorso collettivo e hanno rilanciato la mobilitazione.