L’assemblea Pd si terrà domenica, tutta in un giorno, per eleggere il nuovo segretario e nelle ultime ore sembra prendere forza l’ipotesi di una candidatura di Enrico Letta. “Abbiamo confermato – dice la presidente del partito Valentina Cuppi – l’Assemblea nazionale del Pd che si terrà nella giornata di domenica 14 marzo, a partire dalle 9.30, in modalità webinar da remoto per l’elezione del segretario nazionale del Pd. Nelle prossime ore convocheremo una riunione con i segretari regionali e delle città metropolitane e con i segretari provinciali del partito”. Nelle prossime ore sarà inviata la modifica dell’ordine del giorno che sarà: dimissioni del segretario nazionale, adempimenti conseguenti delle dimissioni.
Dunque, torna l’ipotesi Letta segretario. L’ex premier nei giorni scorsi si era chiamato fuori scrivendo su Twitter che lui ormai fa “un’altra vita e un altro mestiere”, ma il pressing nei suoi confronti è continuato e qualcosa sembra si stia muovendo. L’ex premier è in queste ore a Parigi impegnato per Sciences-Po in un meeting via zoom “sulle continue sfide dell’istruzione di eccellenza” nell’era Covid. Ma a chi lo ha sentito ha spiegato di essere sensibile alla situazione del Pd e di osservare con preoccupazione alla crisi del partito che ha contribuito a fondare. Insomma, un atteggiamento che non sembra più improntato ad una chiusura totale.
D’altro canto, riferiscono fonti parlamentari del Pd, Letta in ogni caso vorrebbe capire bene che tipo di impegno gli viene chiesto, quale orizzonte temporale avrebbe davanti e quale atteggiamento avrebbero le tante correnti, considerando che i gruppi parlamentari non riflettono i rapporti di forza dell’assemblea nazionale. “Letta – spiega una fonte parlamentare Pd – non ha chiuso la porta, ma certo non sarebbe disponibile senza un accordo unitario”, cioè il sostegno di tutte le componenti del Pd. E, inoltre, “non accetterebbe di sicuro di assumere la guida del partito senza un impegno di tutti a sostenerlo per un mandato che arriva fino al 2023, cioè la scadenza naturale di questa assemblea nazionale”.
Punti dirimenti, che però ancora non convincono del tutto l’intero partito. In particolare, sono in molti a preferire un congresso “appena la situazione sanitaria lo consentirà”: vale per le minoranze di Base riformista e dell’area di Matteo Orfini, ma anche per aree della maggioranza del partito, come Andrea Orlando e Gianni Cuperlo. “Ci manca solo che si proroghi questa crisi, che agli occhi del paese sbigottisce e sbalordisce – dice il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini -. Non faccio nomi” ma la figura di Enrico Letta, “per l’immagine che ha internazionale e nazionale, è di sicuro molto autorevole”.