Prescrizione, scontro Pd-Ncd. Tutto rimandato al Senato

di Enzo Marino

La prescrizione si allunga di tre anni per i reati più gravi. Tempi più lunghi anche per quelli di corruzione. La Camera ha dato il via libera alla riforma dei tempi della prescrizione con con 274 voti favorevoli e 26 contrari. Area popolare (Ncd+Udc) che in commissione Giustizia aveva fatto fronte comune con Forza Italia contro il ddl ieri si è astenuta. Grazie alle aperture del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha prospettato delle modifiche in seconda lettura in Senato. Restano comunque ancora distanti le posizioni di Pd e Ap sulla durata dei termini per alcuni reati contro la pubblica amministrazione (corruzione propria e impropria e in atti giudiziari).

LE NOVITA’ Prescrizione corruzione: il termine di prescrizione base dei reati di corruzione propria e impropria e in atti giudiziari aumenta della metà. Per esempio, per la corruzione ex art. 319 portata dalla legge Severino fino a 8 anni, il processo dovrà intervenire entro 12 anni pena l’estinzione del reato. Fermo lancette dopo condanna: la prescrizione resta sospesa per due anni dopo la sentenza di condanna in primo grado e per un anno dopo la condanna in appello. La sospensione però non vale in caso di assoluzione. Casi di sospensione: oltre alle ipotesi già previste dal codice, la prescrizione sarà sospesa anche nel caso di rogatorie all’estero (6 mesi), perizie complesse (3 mesi) e istanze di ricusazione. Prescrizione differita per minori: in linea con le convenzioni internazionali e gli ordinamenti europei, per i più gravi reati contro i minori (violenza sessuale, stalking, prostituzione, pornografia etc.) la prescrizione decorre dal compimento del quattordicesimo anno. Entrata in vigore: le nuove norme, dato che la prescrizione ha valore sostanziale, si applicano ai reati commessi dopo l’entrata in vigore della legge.

ORA TOCCA AL SENATO Il ddl passerà al Senato per la seconda lettura. “Sull’impostazione della prescrizione così come è, non credo si possa fare un passo indietro”. Il ministro della Giustizia dopo l’approvazione della riforma: “Penso sia sbagliato parlare di spaccatura nella maggioranza. L’astensione dimostra disponibilità al dialogo”. In merito all’astensione di Ncd, il ministro ha detto: “Ci sono valutazioni che possono essere prese in considerazione, altre che non mi sento di poter condividere. Valuteremo nel passaggio al Senato”. “Questo non è un testo che va letto e definito autonomamente”, ha anche osservato il Guardasigilli. Va “coordinato” con l’assetto del processo penale e con la definizione nel massimo delle pene che licenzierà il Senato con il ddl anticorruzione. Nel coordinamento “c’è un lavoro da fare che credo sia necessario”, ha sottolineato. Non è, quindi, la maggioranza che si spacca, perché alla fine si rimanda tutto al Senato, ma di certo quant avviene oggi alla Camera fotografa una situazione di difficoltà all’interno della coalizione di governo.

NCD Il primo articolo del provvedimento, che riguarda l’aumento della metà dei termini per i reati di corruzione, non piace così com’è al partito di Alfano, che da quando è scoppiato il caso Lupi è attraversato da più di un fremito di insofferenza. Alessandro Pagano, capogruppo in commissione Giustizia di Area Popolare, ha chiesto che venga modificato. L’Aula della Camera ha respinto: 337 a 40. Non è quello che accade nelle maggioranze in cui regnano pace e armonia. Tanto più che Nunzia De Girolamo, uno degli esponenti di Ncd che accusa la leadership del partito di remissività nei confronti del Pd, ha definito la norma “una cortina fumogena per quanti sono indignati per gli scandali di questi giorni”. Orlando ha affermato di non essere “mai stato fra coloro che hanno partecipato alla demonizzazione dell’istituto della prescrizione”. “Non mi sfugge che questo tipo di prescrizione così come costruita riflette un determinato periodo storico e un’impostazione politica che non mi sentirei di difendere – ha spiegato -. “Il fatto che un numero consistente di reati si estingua durante le indagini non è una buona ragione per non affrontare il tema dei reati che si estinguono nel processo”. Parole distensive, che paiono sortire il loro effetto immediato. Lo stesso Pagano, infatti, ha risposto: “Le parole di Orlando sono state rassicuranti. E’ chiaro che nella seconda lettura del provvedimento ci sarà una rivisitazione complessiva sui tempi del processo. Il nostro potere contrattuale al Senato è ulteriore elemento di garanzia”. Per questo Ncd si è astenuto nel voto finale. Non c’era alcun motivo per votare contro. Insomma, il no minacciato viene derubricato ad astensione. In attesa delle modifiche da apportare al Senato.

 

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