Von der Leyen verso la riconferma. Il ruolo di Meloni

Von der Leyen verso la riconferma. Il ruolo di Meloni
Ursula Von der Leyen
17 luglio 2024

Ursula von der Leyen è prossima alla riconferma come presidente della Commissione Europea. Con il voto decisivo programmato per domani, le dinamiche politiche si stanno intensificando, e la premier italiana Giorgia Meloni sembra orientata verso un’astensione ufficiale. Questo gesto, seppur non un supporto esplicito, potrebbe rivelarsi cruciale per von der Leyen.

 

Appoggio decisivo da Giorgia Meloni?

 

La premier italiana Giorgia Meloni sta valutando con attenzione la sua posizione. Sebbene non sembri intenzionata a esprimere un “sì” convinto in aula, un’astensione ufficiale potrebbe essere interpretata come un sostegno tacito. Questa mossa potrebbe permettere a Meloni di mantenere una certa autonomia politica pur contribuendo in modo significativo alla riconferma di von der Leyen. L’atteggiamento di Meloni potrebbe riflettere una strategia più ampia volta a mantenere l’unità all’interno del suo partito, Fratelli d’Italia, e a garantire un equilibrio tra le diverse fazioni politiche in Europa.

 

Tensioni con Orban e l’estrema destra

 

Durante un incontro con il gruppo The Left al Parlamento europeo, von der Leyen ha espresso la sua frustrazione nei confronti del premier ungherese Viktor Orban e dell’estrema destra. Ha criticato duramente le missioni di Orban a Mosca e Pechino, sottolineando che la risposta russa con il bombardamento di un ospedale pediatrico non può essere considerata una missione di pace. “Abbiamo visto le sue missioni a Mosca e Pechino e la risposta russa con il bombardamento dell’ospedale pediatrico. Quella non può essere considerata una missione di pace,” ha dichiarato von der Leyen. Nonostante le divergenze, von der Leyen ha cercato un terreno comune con The Left, evidenziando il loro comune supporto per l’UE, l’Ucraina e lo Stato di diritto.

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Von der Leyen, i 5stelle e l’Ecr

 

Von der Leyen ha anche assicurato il Movimento 5 Stelle che non ci sarà alcuna collaborazione strutturale con l’Ecr, il gruppo dei conservatori e riformisti europei. “Lo so che la vediamo in maniera diversa su tante cose, ma voi siete pro-Ue, pro-Ucraina e pro-Stato di diritto,” ha affermato, lasciando intendere la possibilità di lavorare insieme su obiettivi comuni. Domani, incontrerà il gruppo dei conservatori e avrà un colloquio telefonico con Giorgia Meloni, leader dell’Ecr, in un tentativo di consolidare il supporto necessario per la sua riconferma.

 

L’iniziativa contro Orban

 

Nel frattempo, von der Leyen ha preso una posizione forte contro Orban, decidendo che i suoi commissari non parteciperanno ai consigli informali in Ungheria fino alla fine della presidenza ungherese, e ha annullato la tradizionale visita del Collegio. Questa decisione arriva dopo che Josep Borrell, Alto rappresentante dell’UE per la Politica estera, ha proposto di spostare il consiglio informale Gymnich da Budapest a Bruxelles, formalizzando così un boicottaggio. Il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, ha mantenuto una posizione cauta sulla sua partecipazione all’Ecofin informale di settembre, indicando che la situazione è ancora in evoluzione. “Vedremo, vedremo,” ha detto Gentiloni, sottolineando l’incertezza che ancora circonda le relazioni tra Bruxelles e Budapest.

I rapporti tra Orban e von der Leyen sono ulteriormente complicati dalla decisione di Orban di escludere von der Leyen da qualsiasi coinvolgimento durante la sua visita a Bruxelles per l’inizio della presidenza ungherese. Invece di incontrare von der Leyen, Orban ha scelto di vedere Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, e Alexander De Croo, premier belga. Questa scelta ha rafforzato la percezione di una crescente divisione tra la leadership ungherese e la Commissione Europea.

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Orban sembra intenzionato a “vendere” il suo piano per la pace, ma né Mosca né Bruxelles sembrano disposte ad accettarlo. Ha aggiornato Michel sugli esiti della sua missione, ma non è chiaro se abbia avuto contatti con altri leader europei. Questa mossa ha ulteriormente isolato Orban all’interno dell’UE, evidenziando le crescenti tensioni tra Budapest e Bruxelles.

 

Frizioni nel gruppo dei Patrioti

 

Nel contesto politico interno al Parlamento europeo, il gruppo dei Patrioti sta affrontando frizioni interne. Il Rassemblement National, attraverso il capo delegazione Jean-Paul Garraud, ha espresso preoccupazioni sulla nomina del generale leghista Roberto Vannacci alla vicepresidenza del gruppo. “È un problema da risolvere,” ha dichiarato Garraud. La questione rimane irrisolta e la Lega continua a sostenere la validità della nomina, indicando che le tensioni all’interno del gruppo potrebbero protrarsi.

 

Il ruolo di Tajani e il sostegno di Fi

 

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha sottolineato l’importanza di raggiungere un consenso per l’elezione del presidente della Commissione Europea, evidenziando il sostegno di Forza Italia e del Partito Popolare Europeo per von der Leyen. “Io ho sempre detto che era necessario raggiungere il consenso per l’elezione del nuovo presidente della Commissione Europea, come sapete Forza Italia e il Partito Popolare Europeo sostengono Ursula von der Leyen,” ha dichiarato Tajani in conferenza stampa al termine del primo giorno del G7 del Commercio.

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Tajani ha espresso speranza che i conservatori possano contribuire positivamente, sottolineando l’importanza della stabilità europea per i mercati e gli investitori. “Mi auguro che i conservatori possano dare un contributo positivo perché ritengo che per i mercati sia importante, ma anche per gli investitori sia importante la stabilità a livello europeo in un momento complicato,” ha aggiunto. Tajani ha inoltre citato l’elezione di Roberta Metsola come un segnale positivo per rassicurare i mercati. “Il messaggio che è partito oggi da Strasburgo con le elezioni di Roberta Metsola, con una maggioranza straordinaria, è un messaggio che va nella giusta direzione di rassicurare i mercati, le borse e questo è fondamentale,” ha detto.

 

Verso il secondo mandato

 

Con il voto imminente, Ursula von der Leyen continua a navigare attraverso un panorama politico complesso, cercando di consolidare il supporto necessario per garantire un secondo mandato alla guida della Commissione Europea. Le sue recenti mosse, sia a livello internazionale che interno, mostrano una leader determinata a rafforzare l’unità e la stabilità dell’Unione Europea. Tuttavia, le sfide non mancano, e la sua riconferma dipenderà in gran parte dalla capacità di mediare tra le diverse forze politiche e di mantenere il sostegno dei principali attori europei.

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