Il primo ministro uscente dei Paesi Bassi, Mark Rutte, è prossimo a diventare il nuovo segretario generale della Nato, l’alleanza militare che unisce gran parte dei paesi occidentali. La nomina del segretario generale richiede l’unanimità tra i 32 membri della Nato, e giovedì scorso Rutte ha ottenuto il sostegno della Romania, l’ultimo paese che ancora non aveva espresso il proprio appoggio alla sua candidatura. Rutte dovrebbe assumere l’incarico in ottobre, quando scadrà il mandato dell’attuale segretario Jens Stoltenberg, il cui incarico è stato prorogato quattro volte, l’ultima delle quali un anno fa.
La Romania rappresentava l’ultimo ostacolo per Rutte, il quale si era proposto come candidato a partire da novembre dell’anno scorso. Questo perché il presidente romeno Klaus Iohannis aspirava a sua volta alla guida della Nato. Tuttavia, durante una riunione del Consiglio nazionale di difesa della Romania tenutasi giovedì, Iohannis ha annunciato di aver ritirato la propria candidatura e comunicato la decisione agli altri membri dell’alleanza. Con questo annuncio, Rutte ha ottenuto l’ultimo sostegno necessario.
Following the recent European elections, where Hungarians voted in huge numbers in favour of #peace, we reached an important agreement with #NATO Secretary General @jensstoltenberg . We agreed that no Hungarian personnel will take part in the activities of NATO in Ukraine and no… pic.twitter.com/Cliu4rZGCE
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) June 18, 2024
Martedì scorso aveva già ricevuto il supporto di Ungheria e Slovacchia, un passaggio non scontato data la presenza di governi sovranisti con posizioni filorusse e critiche nei confronti della Nato in entrambi i paesi. Per assicurarsi il sostegno dell’Ungheria, Rutte ha dovuto fare alcune concessioni. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán, che era stato l’unico a sostenere la candidatura di Iohannis, ha incontrato Rutte a Bruxelles durante il primo incontro informale tra i leader europei dopo le elezioni.
Orbán ha ottenuto la garanzia che, durante il mandato di Rutte, i soldati ungheresi non saranno coinvolti in attività della Nato in Ucraina e che a tali operazioni non saranno destinati fondi ungheresi. Questi impegni permetteranno a Orbán di mantenere una facciata di “pacifismo” utile per la propaganda interna. Per quanto riguarda la Slovacchia, il presidente Peter Pellegrini ha dichiarato che il sostegno a Rutte è condizionato alla richiesta che quest’ultimo, una volta a capo della Nato, garantisca la protezione dello spazio aereo slovacco.