Presidenti Camere, attesa per snodo voti segreti

Il Quirinale analizza voti e peso delle diverse forze politiche

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Settimana cruciale, non solo per l’elezione dei presidenti delle Camere, quella iniziata ieri. La scadenza di alcuni passaggi sara’ infatti fondamentale per sapere chi saranno i protagonisti dei prossimi mesi e soprattutto per capire quali saranno le reali forze in campo, dopo che le elezioni del 4 marzo hanno dato un risultato a dir poco confuso. Se e’ vero che si comprende bene chi ha subito una batosta e chi ha guadagnato voti, e’ altrettanto vero che nessuno ha raggiunto una maggioranza autonoma. Per questo al Colle da due settimane si analizzano voti e peso parlamentare delle diverse forze, avendo ben chiaro che al di la’ della propaganda, un vincitore vero non c’e’ ed e’ proprio questo che rendera’ difficile comporre il quadro della situazione. Per questo saranno cruciali alcuni passaggi. Innanzitutto le riunioni dei gruppi del Pd di Camera e Senato, per l’elezione dei due presidenti: da questi due voti sara’ chiaro quali sono i nuovi equilibri di forza dopo le dimissioni di Matteo Renzi. Quanti saranno i parlamentari su cui l’ex segretario potra’ ancora contare e quanti saranno invece coloro che hanno preso le distanze e sono disponibili a un governo con il M5s o di scopo. Nelle more di questo voto e’ da considerare che i tentativi di accreditarsi come interpreti della linea di Mattarella da parte di una parte del Pd non vengono assolutamente presi in considerazione dal Quirinale.

Il secondo passaggio chiarificatore sara’ quello dell’elezione dei presidenti delle Camere. E questo perche’, grazie al voto segreto, si potra’ verificare senza ombra di dubbio quali saranno le intese possibili e quali saranno le ‘truppe’ che ogni generale puo’ schierare davvero. In passato piu’ volte si e’ assistito, alla Camera, a candidature solidissime bocciate dai franchi tiratori. Chi supera invece queste forche caudine ha solitamente migliori possibilita’ di successo, anche se nulla e’ automatico, come ben sanno i presidenti uscenti, espressione di una maggioranza che poi non si e’ tramutata in maggioranza di governo. Quando saranno eletti i presidenti di palazzo Madama e Montecitorio, e anche quelli dei gruppi, il capo dello Stato potra’ finalmente avviare le consultazioni, avendo qualche elemento concreto di analisi piu’ di ora. Un altro elemento significativo sara’ capire in che formazione andranno i partiti e gli schieramenti alle consultazioni. Se cioe’ si presenteranno come coalizioni o come singole forze. A quel punto il puzzle sulla strada della formazione del governo dovra’ per forza cominciare a comporsi, anche se la strada potrebbe essere lunga, tortuosa e impegnare Mattarella in piu’ di un giro di orizzonte.