Presidenza parlamento, partita tutta italiana: Tajani contro Pittella. Ma c’è l’incognita del liberale Verhofstadt

EUROPA E’ competizione pura tra socialisti (Pse) e popolari (Ppe). Non ci sara’ alcuna intesa ma collaborazione sui dossier al momento del voto

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E’ competizione vera tra socialisti (Pse) e popolari (Ppe) per la presidenza del Parlamento europeo. Non ci sara’ alcuna intesa. L’unico accordo politico possibile e’ di collaborazione legislativa sui vari dossier, al momento del voto. Per il resto ognuno dei due schieramenti andra’ avanti per la propria strada e, soprattutto col proprio candidato. Antonio Tajani (Ppe) (foto, sx) da una parte, Gianni Pittella (Pse) (foto, dx) dall’altra. Con l’incognita legata a Guy Verhofstadt, capogruppo liberale (Alde) che il partito ha ufficialmente sostenuto nella corsa per la guida dell’Eurocamera. Il Ppe chiude pero’ le porte in faccia in modo netto agli ex alleati socialdemocratici. La riunione del partito tenuta a margine del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue e’ servita per fare quadrato attorno alla figura di Tajani e respingere in ogni modo le pretese del Pse di spartizione delle presidenze.

I popolari controllano la Commissione e il Consiglio, guidati rispettivamente da Jean-Claude Juncker e Donald Tusk. Un presidente Ppe al Parlamento vorrebbe dire monopolio delle presidenze, cosa che i socialdemocratici vogliono evirare, insistendo sulla necessita’ di distribuirsi le poltrone. Tutta “un’invenzione”, secondo Elmar Brok, uomo vicino alla cancelliera tedesca Angela Merkel, duro e risoluto anche sull’ipotesi della cessione della presidenza del Consiglio. Tusk scade a giugno e si dovra’ decidere se rinnovargli il mandato o nominare qualcun altro. In questo secondo caso non e’ detto che il nuovo nome sia un socialista. “Non e’ mai stato previsto che ci fosse alternanza in Consiglio”, ha chiarito Brok, critico nei confronti dei socialisti e dell’Italia. Nel 2014, quando si rinnovarono i vertici delle istituzioni, i popolari avevano lasciato al Pse la facolta’ di scegliere tra la presidenza del Consiglio o il posto di Alto rappresentante.

“Renzi volle il posto di Alto rappresentante” per Federica Mogherini. “E’ un problema dei socialisti”, come detto anche da Tajani, vicepresidente del partito popolare. In piu’ era previsto che in Parlamento meta’ legislatura fosse a guida Pse e l’altra meta’ a guida Ppe. I popolari vanno avanti, “rivendicano le tre presidenze” delle istituzioni, come chiarito dal ministro degli Esteri, Angelino Alfano, e lo fanno sulla base dei patti sottoscritti e perche’ convinti di spuntarla. Tajani avrebbe infatti i numeri per farcela, a patto che i liberali non presentino Guy Verhofstadt. Il partito lo ha ufficialmente presentato nella riunione pre-vertice di oggi, e il suo nome non dispiace agli altri gruppi. “Con Verhofstadt abbiamo un eccellente candidato, con delle ottime qualita’”. Manca pero’ la candidatura ufficiale da parte del diretto interessato, a questo punto pero’ non da escludere nei prossimi giorni.